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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Veneto Banca, nel processo ai revisori dei conti è battaglia sulle comunicazioni mail

Nell'udienza di oggi, 18 settembre, le difese della Pwc e di Alessandra Mingozzi, tra il 2012 e il 2014 responsabile dei lavori per l'istituto di credito montebellunese, hanno invocato il difetto di legittimità sull'acquisizione dei messaggi di posta elettronica con la banca

Cinquecentomila mail da cui la Guardia di Finanza ha estratto, con un meticoloso lavoro basato sulle parole chiave, tutte le comunicazioni fra i revisori di PriceWaterhousecoopers e Veneto Banca. Ma su quelle comunicazioni, in gran parte provenienti da Alessadra Mingozzi, socio di Pwc e, tra il 2012 e il 2014, responsabile dei lavori per l'istituto di credito montebellunese, pesa ora un difetto di legittimità delle acquisizioni. E' quanto emerge dalla prima udienza dibattimentale del processo in cui la Mingozzi deve rispondere del reato di falso in revisione (in realtà già prescritto) e ostacolo alla vigilanza.

Le comunicazioni intercorrenti tra la banca e i revisori, è stato detto oggi, dovevano essere trattate alla stregua di intercettazioni telefoniche. Quindi per la loro acquisizione si sarebbe dovuto ottenere il "pass" dal gip al tempo in cui sono state acquisite. Ma di questo passaggio non c'è traccia. Se la tesi portata avanti dalle difese dovesse trovare conferma nella lettura del Tribunale di Roma, il rischio è che le mail, come fonte di prova, non valgano più nulla. La Corte deciderà sulla legittimità della acquisizione, contestata sulla base di parte della normativa europea, nel corso della prossima udienza in programma il 26 settembre.

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