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Economia

Bottega: non intendevo offendere gli amici cinesi

Non è molto piaciuta la lettera di Sandro Bottega indirizzata ad alcuni organi di stampa nei giorni scorsi

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrevisoToday

La mia lettera pubblicata sulla stampa lo scorso 28 marzo ha urtato la sensibilità degli amici cinesi. Non era mia intenzione offendere un grande paese e un popolo che ha alle spalle una cultura millenaria. Spero si voglia comprendere il particolare contesto che la mia azienda sta vivendo. Abbiamo subito enormi perdite economiche in queste ultime settimane. In quanto azienda orientata all’esportazione, vista l’emergenza, non possiamo esportare in Europa, America, Asia e nel mondo. Tutto ciò mi ha spinto a fare alcune dichiarazioni, motivate dalla grande pressione e dalle emozioni del momento, oltreché dall’istinto di protezione nei confronti della mia azienda. Mi sento responsabile e al tempo stesso ho un forte legame nei confronti dei miei dipendenti e collaboratori. Provo lo stesso sentimento per i nostri distributori e i nostri clienti nel mondo. Sono stato in Cina diverse volte, sono stato in luoghi diversi che ho apprezzato per la bellezza, la cultura, l’energia, la laboriosità. Amo la Cina profondamente, ho molti amici cinesi. Nel mio cuore non C’è traccia del livore che forse traspare su La Stampa, tuttavia per un istante alcuni stereotipi mi hanno fuorviato in questo momento di difficoltà estrema. Spero che i miei amici, i miei amici in Italia, i miei amici nel mondo e specialmente i miei amici in Cina, mi perdoneranno. Il virus non conosce confini. Come chiarisce OMS e come vediamo in questi giorni, il virus terribile si manifesta in qualsiasi parte del mondo e non ha nulla a che fare con la geografia e con l’etnia. È un disastro globale che accomuna tutta l’umanità. La pandemia non è stata generata da una colpa. Così come per la Spagnola non si attribuì la responsabilità alla Spagna e per l H1N1 agli Usa, per quale motivo dovremmo scagliarci contro la Cina, proprio adesso che il governo cinese ha inviato in Italia medici e paramedici cinesi per sostenerci? Nella stessa lettera ho suggerito:Spero che il governo italiano negozierà con il governo cinese per ridurre le tariffe sulle esportazioni italiane in Cina. Questa era una mia idea, in quanto nelle vesti di imprenditore, ritengo che una maggiore cooperazione tra i nostri due paesi, con dazi ridotti e normative burocratiche più agili, sarebbe vantaggiosa per entrambi nel segno del business. Sottolineo che non avevo alcuna intenzione di offendere i cinesi. Al contrario era una richiesta di aiuto. Rendere più facile il commercio aiuterà a rendere disponibili prodotti di qualità per un maggior numero di persone, aumentandone il benessere. Mi dispiace nel profondo di essere stato frainteso. Mai e poi mai avrei voluto che le mie parole fossero state interpretate come un insulto al popolo e alla cultura cinese. Noi stessi abbiamo donato a China Duty Free e a Telford 3.000 mascherine quando erano di difficilmente reperibili in Cina. Apprezzo la nostra relazione di amicizia e per questo oggi ho sentito il dovere di rilasciare, come chiarimento, una nuova comunicazione stampa in Italia e in Cina. Sono sicuro che i miei amici in Cina trasmetteranno questo mio messaggio, ispirato alla necessità di cooperazione e di supporto in un momento difficile con l’obiettivo di costruire insieme un domani migliore.

Sandro Bottega

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