Coronavirus e indennizzi bancari, anticipo in vista
Il decreto «Cura Italia» contiene un passaggio specifico per la precessione dei ristori: prevista anche una proroga per chi non ha ancora presentato la richiesta per avviare l'iter
Nel decreto «Cura Italia» approvato ieri 17 marzo si è deciso di anticipare il 40% dell'indennizzo ai risparmiatori colpiti dai collassi bancari mentre i termini per l'invio delle domande valide al fine di ottenere il medesimo indennizzo è stato spostato al prossimo 18 giugno. Lo ha reso noto il ministro per i rapporti col parlamento il bellunese Federico d'Incà (M5S) con una nota diramata proprio da D'Incà oggi a mezzodì.
Il tema, sempre molto sentito tra gli ex azionisti di BpVi e Veneto Banca, è quello relativo all'iter che la legge prevede affinché chi negli anni è stato oggetto dei rovesci bancari che hanno colpito in primis le ex popolari venete, ma non solo quelle, possa accedere al cosiddetto fondo di ristoro o indennizzo, noto come Fir. Stando a quanto sostiene D'Incà secondo quanto previsto dall'articolo 50 «del decreto Cura Italia» all'azionista e all'obbligazionista «in attesa della predisposizione del piano di riparto, può essere corrisposto un anticipo nel limite massimo del 40% dell'importo dell'indennizzo deliberato dalla Commissione tecnica a seguito del completamento dell'esame istruttorio». Le modifiche, quindi, prosegue il ministro bellunese consentono di autorizzare un anticipo dell'indennizzo stabilito dall'istruttoria, senza aspettare la definizione del piano di riparto.