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Economia

Rallenta il manifatturiero, l'economia trevigiana precipita in territorio negativo

A confermarlo sono i risultati del secondo trimestre 2023 che, rispetto alle stesso periodo del 2022, manda in archivio un contro-rimbalzo negativo del -5,3%. Penalizzate in particolare le industrie di beni di consumo, esposte alla pressione inflazionistica, ma la flessione della domanda colpisce tutti i settori

Rallenta l'industria manufatturiera trevigiana. A confermarlo sono i risultati del secondo trimestre 2023 che, rispetto alle stesso periodo del 2022, manda in archivio un contro-rimbalzo negativo del -5,3% condizionato principalmente dal venir meno delle condizioni straordinarie della domanda registrate lo scorso anno. Un indebolimento che tuttavia segna anche il passo congiunturale considerato che a Treviso la produzione flette del -1,7% rispetto al primo trimestre. «Il rallentamento su base annua – spiega il presidente della Camera di Commercio di Treviso-Belluno Mario Pozza - era atteso perché sconta il confronto con un periodo in cui la produzione beneficiava ancora delle “code” della ripartenza post-Covid. Però non ci aspettavamo un calo degli ordini esteri così pronunciato, che cambia decisamente le prospettive rispetto ad un anno fa».

A pesare sul passo congiunturale ora è anche il surriscaldamento dei prezzi: un’inflazione elevata, sebbene in riduzione in base agli ultimi dati dell’Istat, ha un impatto negativo sui consumi delle famiglie. Inoltre, le politiche monetarie restrittive messe in campo per contrastarla impattano negativamente sui prestiti e di conseguenza sugli investimenti. Senza dimenticare che si stanno via via esaurendo gli incentivi fiscali sull’edilizia. A questo si aggiunge la frenata dell’economia tedesca, che per l’industria manifatturiera trevigiana rappresenta un importante sbocco commerciale. Per Treviso la Germania è il primo mercato estero di riferimento, con 2,4 miliardi di export nel 2022 (pari al 15% delle esportazioni trevigiane totali). Quasi la metà dei prodotti made in Treviso destinati a questo Paese è costituita da mobili, elettrodomestici, macchinari e calzature. 

Al momento l’occupazione tiene nel primo semestre: i livelli di assunzione e i saldi sono ancora superiori a quanto registrato nel 2019. Qualche rallentamento si rileva rispetto al 2022, in particolare per i settori industriali più legati ai beni di consumo. Ma per il futuro immediato prevale l’incertezza: questo il sentiment degli imprenditori  se consideriamo l’equi-distribuzione dei giudizi fra chi stima in aumento produzione e nuovi ordini, chi ne prevede una diminuzione e chi invece propende per una loro stabilità. Va detto che il portafoglio ordini si mantiene per Treviso su un orizzonte di produzione di 56 giorni (quasi come lo scorso trimestre).

Le previsioni degli imprenditori trevigiani per il terzo trimestre 2023 sono improntate alla prudenza per quanto riguarda la raccolta degli ordini esteri: quasi il 40% degli intervistati propende per una loro stabilità. Forte incertezza si rileva sull’andamento, per il trimestre a venire, di produzione, fatturato ed ordini interni: indicatori che raccolgono quote simili di giudizi, con un saldo fra crescita e flessione praticamente ridotto ai minimi termini.

«Non possiamo lasciare che i nostri imprenditori navighino a vista – avverte Mario Pozza  – ma occorre trasformare questo momento di incertezza in opportunità, proseguendo nell’opera di accompagnamento delle imprese nei processi di digitalizzazione e, pensando agli ultimi eventi climatici, anche di sostenibilità ambientale. Una maggiore competenza tecnologica si riflette poi nella personalizzazione dei prodotti/servizi offerti.  La personalizzazione consente di andare incontro alle specifiche esigenze dei clienti: di conseguenza, permette di essere più competitivi nei mercati. In quest’ottica continuo a pensare che il Pnrr resti uno strumento fondamentale a sostegno della domanda interna. Il mondo delle imprese si aspetta che parta quanto prima. La revisione di alcune misure per 16 miliardi di euro è impattante per il sistema economico, confidiamo nell’impegno del Governo per finanziare gli interventi».

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