Chiave Classica 2018: "La Cambiale di matrimonio di Rossini"
La Cambiale di Matrimonio, farsa di Gioachino Rossini, in scena mercoledì 7 marzo alle 20.45 (con generale aperta al pubblico il 6 marzo alle 18,30 ) per Chiave Classica.
A Chiave Classica torna in cartellone l’opera con l’omaggio a Gioachino Rossini nei 150 anni dalla scomparsa (avvenuta a Passy, nei pressi di Parigi il 13 novembre 1868) . Il 7 marzo 2018 sarà in scena al Teatro Accademico La cambiale di Matrimonio. Nei ruoli principali gli studenti dello Steffani. L’ orchestra è diretta da Roberto Zarpellon. Regia di Renata Baldisseri. Nei ruoli principali Federica Gasparella (Fanny), Li Yanfeng (Edoardo) Marton Kovacs (Mill) Ma Rui (Slook) e Maria Giovanna Barbieri (Clarina) Claudio Pistolato (Norton). Preparatori vocali Enrico Rinaldo e Monica Benvenuti. Maestro sostituto Romilda Beraldo.
In questo modo il Conservatorio Agostino Steffani omaggia i 150 anni dalla scomparsa del celebre operista. “Un lavoro corale- spiega il direttore Stefano Canazza- che valorizza i migliori studenti nella messa in scena di Renata Baldisseri e con la conduzione di Roberto Zarpellon. Il focus su Rossini, inoltre- conclude- vedrà anche il progetto Rossini Masterchef in collaborazione con Oltre la scena. Un itinerario didattico dedicato alle scuole elementari”.
Con Guglielmo Tell, dato all'Opéra di Parigi il 3 agosto 1829, Gioachino Rossini conclude, all'età di 37 anni, la sua carriera di operista. Quel giorno, Marie-Antoine Caréme, già cuoco di Napoleone e del Congresso di Vienna, gli fa recapitare nel foyer del teatro una torta scultura di mele, sulla cui sommità è posto un pomo caramellato trafitto da un freccia di zucchero. E' l'inizio di un'amicizia che occuperà la seconda parte della vita di Rossini, quella declinata al demone dell'alta cucina.“Mangiare e amare, cantare e digerire- ragiona l'operista gorumand- questi sono in verità i quattro atti di questa opera buffa che si chiama vita e che svanisce come la schiuma d'una bottiglia di champagne. Chi la lascia fuggire senza averne goduto è un pazzo".
Ma fu durante la giovinezza che Rossini diventò Rossini. Anni spesi nella composizione di moltissimi capolavori. E iniziati a Venezia dove il giovane pesarese si fece conoscere proprio nelle celebri farse. L’omaggio che il Conservatorio propone tiene conto anche di un legame tra la Marca trevigiana e il grande compositore. “Rossini visitò Treviso- prosegue Stefano Canazza-Particolare non così conosciuto di una vita di viaggi ed omaggi. Arrivò in città in carrozza, da Venezia, percorrendo il Terraglio il 1 aprile 1823”. Era atteso al Teatro d’Onigo, per il ricordo del trevigiano più illustre che il mondo conoscesse: Antonio Canova, nato a Possagno. Il celebre scultore, che aveva dato un’accademia il teatro nel 1819, era improvvisamente morto sulla via per Parigi nel 1822. E a Rossini era stato chiesto di partecipare alle celebrazioni in onore dello scultore, con la scopertura di un busto, e di comporre una cantata d’occasione. Il pesarese non era nuovo a questa pratica, tipica del settecento e della musica di corte: a Napoli ne aveva prodotte parecchie. Per Treviso confezionò la cantata Omaggio pastorale, scritta per tre voci femminili e orchestra (in realtà con musiche rimaneggiate dal Maometto II).