Incontri Asolani: ecco il concerto "Paganiniana"
Venerdì 16 settembre cala il sipario sulla 44esima edizione di Incontri Asolani, il festival internazionale che ogni anno, con la direzione artistica di Federico Pupo, porta il variegato mondo della musica da camera nell’antico borgo di Asolo. L’evento conclusivo è affidato a due giovani eccellenze italiane, consacrate da premi e inviti prestigiosi: Giuseppe Gibboni, nel 2021 primo violinista italiano dopo 24 anni a vincere il Premio Paganini, e Carlotta Dalia, chitarrista, Premio Paganini Guitar Festival & Competition 2019. Intitolato Paganiniana, il concerto si snoda tra celebri pagine di Niccolò Paganini, Mario Castelnuovo-Tedesco e Astor Piazzolla in un colorato incrocio di tempi e di culture, con momenti densi di vigore espressivo.
Il programma della serata vede in apertura la Sonata Concertata Op. 61 di Niccolò Paganini, articolata in tre movimenti, composta nel 1803 ma pubblicata solo nel 1955 dopo essere stata ritrovata tra i suoi manoscritti nella Biblioteca del Conservatorio di Genova. Alla Sonata, che rivela il forte interesse di Paganini per la chitarra e per la quale si sono trascritti alcuni suoi brani celebri per violino accompagnato, segue una selezione dei celeberrimi Capricci, saggio di maestria tecnica e virtuosistica, con l’esecuzione dei Capricci n.1, n.5 e n.24 e, sempre di Paganini, le variazioni sul Carnevale di Venezia nella trascrizione di Francisco Tárrega.
Dai Capricci paganiniani si passa al Capriccio n. XVIII di Mario Castelnuovo-Tedesco, anche lui autore di una raccolta di ventiquattro Caprichos per chitarra, composti nel 1961 e ispirati dall’opera e dalla complessa figura di Francisco Goya. Il Capriccio XVIII, di particolare suggestione, si riferisce al capriccio di Goya Il sonno della ragione genera mostri.
Nelle pieghe di trame da seguire e rintracciare, con la seconda parte del concerto si approda nel mondo di Astor Piazzolla e alla sua Histoire du tango, tra i brani più famosi del maestro argentino, risalente al 1985. Il brano, originariamente composto per flauto e chitarra, si presenta come un ciclo di quattro brani (Bordello 1900, Café 1930, Nightclub 1960 e Concert d’Aujourd’hui) che tentano di raccontare musicalmente la storia e l’evoluzione del tango, consentendo di ritrovare il profondo estro creativo di Piazzolla.
In chiusura di concerto si torna ancora a Paganini e alla sua figura di virtuoso con La campanella, rondò finale del suo Secondo concerto per violino e orchestra op. 7.
Con un trascinante virtuosismo carico di rigore ed energia, il concerto disegna un itinerario di emozionante bellezza tra il classico e il contemporaneo, con i due artisti pronti ad offrire una narrazione esecutiva di assoluta intensità.