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Incontro alla Libreria Paoline "Tutti fragili"

L'incontro, previsto venerdì pomeriggio 23 febbraio, è una riflessione sulla fragilità umana. Lo promuove Cittadinanzattiva Treviso insieme alla Libreria Paoline e alla Casa circondariale, con il cappellano del carcere don Pietro Zardo.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di TrevisoToday

Venerdì 23 febbraio alle ore 17.30 alla Libreria Paoline di Treviso, in piazza Duomo, si terrà l’incontro "Tutti fragili: le idee e i fatti, per l'inclusione delle persone fragili”, iniziativa collegata al progetto “Libro sospeso 2024”, che quest’anno ha come impegno una riflessione sulla fragilità umana. Venerdì gli ospiti nel salotto della Libreria Paoline saranno Francesco Rocco (presidente di Cittadinanzattiva Treviso e de La Rete di Malachia), Gloria Tessarolo (assessora al Sociale, Esclusione e Fragilità sociale della Città di Treviso) insieme ad Alberto Quagliotto (direttore della Casa circondariale di Treviso). Ciascuno di loro presenterà un libro, collegandolo al racconto della propria esperienza professionale nei confronti delle persone fragili, quelle di fatto escluse dal circuito della sussidiarietà sociale pubblica. Chi sono i fragili? Tutte quelle persone che non riescono ad accudirsi da sole, molto spesso per ragioni di salute. Di solito hanno bisogno di aiuto per fare le cose, anche le più semplici, che invece le persone cosiddette normodotate svolgono ogni giorno in autonomia. In aggiunta a ciò, molti loro diritti sono in genere limitati o negati. Cittadinanzattiva Treviso, associazione per l'attivazione del godimento dei diritti personali, ha quindi ideato e organizza annualmente il progetto “Libro sospeso”. Si tratta di libri nuovi, con dedica, che i cittadini acquistano per donarli alle persone detenute nella Casa circondariale di Treviso. Questa idea del “libro sospeso” è inserita culturalmente nella bella e importante tradizione del “caffè sospeso di Napoli”. I promotori lo considerano un importante gesto di solidarietà verso una categoria esclusa e fragile quale i carcerati. Le persone detenute sono fragili non solo perché hanno perso la libertà in quanto autrici di reati, ma hanno perso anche la dignità, nonostante la Costituzione italiana non le privi dello status sociale di cittadini e di persone, malgrado il carcere. Ai carcerati è negato, oltre alla libertà, anche il diritto della persona di provvedere ad alcune elementari necessità in quanto persona. Infatti, a loro è impedito di fare qualsiasi cosa senza l'autorizzazione di qualcuno. Oltre a ciò, sono privati pure delle piccole cose. Ad esempio, non possono telefonare quando vogliono, mangiare quello che vogliono, neppure prendere una pastiglia per il mal di testa. Al contrario, devono sempre chiedere il permesso e aspettare che qualcuno, il “potere”, decida per loro. Oltre a questo vivono, si fa per dire, in luoghi inadatti e inospitali, sovraffollati. Perché il “libro sospeso” per le persone detenute? Cittadinanzattiva nell’esperienza maturata nei suoi centri di ascolto e di orientamento, ha riscontrato che in molte persone affette da malattie croniche, come la popolazione anziana, aumenta la voglia di conoscere e di sapere. Il libro in qualche modo può essere uno strumento importante. Lo testimoniano le statistiche che dicono che nel post Covid c'è una nuova rinascita, di presenza e frequenza, nelle Università della Terza età, dove la lettura è uno strumento centrale di conoscenza. Anche tra i giovani c’è un’attenzione diversa verso i libri. La fiera della piccola editoria di Roma, a dicembre 2023, ha avuto tra i suoi ospiti molti giovani insieme a persone che, avendo del tempo libero, per un ridimensionamento del loro impegno lavorativo, hanno riscoperto la lettura. Attenzione confermata anche nelle carceri italiane. Questo è il contesto sociale nel quale si muove l’iniziativa “Il libro sospeso” di Cittadinanzattiva Treviso. A questa idea collaborano la Libreria Paoline, la direzione della Casa circondariale di Treviso e il cappellano della stessa, don Pietro Zardo.

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