Rassegna cinematografica Landscape revolution - Proiezione de "La crociata"
Con il film La crociata (Francia, 2021, 67’) di Louis Garrel prosegue mercoledì 27 marzo alle ore 20.30, nell’auditorium di Palazzo Bomben di Treviso, Landscape revolution, il nuovo ciclo della rassegna cinematografica Paesaggi che cambiano, organizzata dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche, a cura di Simonetta Zanon, e dedicata ad Andrea Zanzotto (1921-2011). Introduce Paola Brunetta, critica cinematografica.
Scritto da Jean-Claude Carrière e Louis Garrel con la collaborazione di Naïla Guiguet, il film propone, attraverso un racconto divertente ed emozionante e il confronto fra generazioni diverse, una riflessione sulla crisi climatica e sulle differenti modalità di reagire alle sfide che ci pone dinanzi.
Abel e Marianne scoprono che il figlio tredicenne Joseph ha rubato molti loro oggetti di valore – orologi costosi, abiti di alta moda, gioielli, bottiglie di vino pregiate e così via – per rivenderli e finanziare un misterioso progetto in Africa, mirato a salvare il pianeta dalla crisi ecologica. Joseph non è solo, centinaia di altri suoi coetanei sparsi nel mondo si sono uniti per raccogliere fondi e portare avanti il loro progetto comune. I soldi ci sono, al progetto sono interessati governi, ministeri, multinazionali, già sono stati rilasciati i permessi e si è messa in moto una rete organizzativa globale. I ragazzi fanno sul serio e quando Joseph svela le vere ragioni delle sue malefatte, per Abel e Marianne, genitori moderni e comprensivi, si apre la crisi di coscienza. E ai grandi toccherà finalmente fare gli adulti.
L’idea de La crociata non è scaturita da un dibattito del regista con le giovani generazioni, ma «da qualcosa di molto più folle», racconta Louis Garrel. «Rientravo da New York con Jean-Claude (Carrière). Sull’aereo mi disse che aveva avuto una bella idea per una scena. Quando si trova sopra le nuvole, spesso gli vengono in mente delle idee. A Parigi mi lesse quella scena, che sarebbe diventata la prima sequenza de La crociata. Gli risposi: “Ma è assurdo!”. Dei ragazzi appassionati di ecologia! Pensavo fosse un’idea degli adulti inculcata nella testa dei ragazzi, mi imbarazzava, non mi sembrava giusta. Ne parlai con degli amici, lessi loro la scena, e tutti trovarono, come me, che suonava falsa. Jean-Claude rimase un po’ offeso perché era sicuro della sua scelta. Passarono tre mesi e un giorno venni a sapere dalla televisione che un’adolescente svedese aveva avviato uno sciopero della fame per mobilitarsi a favore dell’ecologia non sopportando più che nessuno non facesse nulla. Era Greta Thunberg. Chiamai Jean-Claude: “Stai guardando la tv?”. Non aveva ancora visto niente. Gli dissi che era straordinario, esattamente come nella scena che aveva scritto. E quattro mesi dopo esplosero tutte quelle manifestazioni di ragazzi».
Il film è proposto nell’ambito di un ciclo di cinque serate fra marzo e maggio, intitolato Landscape revolution, teso a indagare un tema sempre più al centro del dibattito e delle cronache, capace di mettere le nostre coscienze di fronte a questioni controverse e irrisolte: quello delle battaglie e delle azioni civili di impegno ambientale.
Spiega la curatrice della rassegna, Simonetta Zanon: «Fra le parole d’ordine più attuali, parlando di paesaggio e ambiente, nel periodo recente hanno assunto un ruolo di primo piano termini quali attivismo climatico, giustizia climatica, ecologia radicale, ecologia politica, ecoansia, fino ad arrivare a radicalismo climatico, o addirittura ecoterrorismo. Parole dietro alle quali stanno posizioni molto diverse, accomunate da una carica potenzialmente sovversiva che genera azioni individuali e collettive di protesta, di disobbedienza civile, di resistenza. Ci si oppone, da un lato, a uno status quo di agende politiche oggi riconosciute come indiscutibilmente inadeguate e, dall’altro, alla narrazione dominante antropocenica (termine abusato ma comodo…) auto assolutoria e minimizzante.
Il cinema, sia esso documentario o di fiction, assorbe questo sentimento che si diffonde ogni giorno di più spingendo le persone più diverse ad agire per l’ambiente, a fare qualcosa per uscire dal ruolo di spettatori passivi che vivranno tra le rovine della catastrofe ecologica (parafrasando Anna Tsing).
In quel qualcosa che si fa c’è la molteplicità di situazioni che abbiamo cercato di rappresentare con cinque storie di impegno ambientale, cinque landscape revolutions vere o verosimili, tanto diverse per svolgimento e protagonisti, quanto vicine nei presupposti.
Cosa accomuna gli attivisti anarchici della ZAD di Notre-Dame-des-Landes, protagonisti dell’unico documentario in programma (La scintilla) ai ragazzini che organizzano e finanziano un progetto ecologico di scala globale (La crociata)? E un’ambientalista islandese che ingaggia una guerra solitaria contro l’industria dell’alluminio (La donna elettrica) quanto può assomigliare agli ecoterroristi anarchici che minacciano di attaccare i potenti della Terra (The East) o al giovane rivoluzionario del Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger che combatte l’abuso di potere delle compagnie petrolifere e difende la sua terra devastata dalle estrazioni (Disco Boy)?
Non possiamo e non vogliamo rispondere ma di sicuro la crisi climatica è la sfida di oggi. Ne siamo la causa, ma possiamo esserne anche la soluzione e, come sempre, il racconto cinematografico ha il potere di essere molto più di un semplice strumento di intrattenimento. Anche su questi temi può essere infatti una forza motrice eccezionale nell’aprire nuovi orizzonti di consapevolezza e ispirare azioni individuali e collettive per plasmare un futuro più sostenibile e giusto».
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