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Aeroporto Canova: il Comitato per il "No" deposita un esposto in Procura

«Non è la prima volta che segnaliamo le criticità dell’aeroporto Canova di Treviso. Ciò nonostante, invece di tenere in considerazione la preoccupazione di parte dei cittadini, il sindaco Conte ribadisce il suo no al dialogo»

Il Comitato per la riduzione dell'impatto ambientale dell'aeroporto di Treviso, come già annunciato nei giorni scorsi, nella giornata di venerdì ha depositato un esposto alla Procura della Repubblica di Treviso in cui si richiede la "Valutazione di sospensione del certificato" dello scalo del Canova. «Non è la prima volta che segnaliamo le criticità dell’aeroporto Canova di Treviso - dichiarano dal Comitato - Ciò nonostante, invece di tenere in considerazione la preoccupazione di parte dei cittadini, il sindaco di Treviso Mario Conte ribadisce il suo no al dialogo nei nostri confronti, millantando sospetti di strumentalizzazione politica. Consigliamo allora se non con noi, di avere un confronto almeno con chi fa parte della sua stessa fazione politica, ricordando infatti che fu lo stesso ex sindaco di Quinto di Treviso Dal Zilio (Lega) ad esprimere con forza la sua contrarietà all’incremento dei voli, sia per il rumore generato dai velivoli sia perché l’incremento del traffico aereo aumenta i fattori di rischio».

«Queste affermazioni - continua il Comitato - ci lasciano quindi ancora più perplessi quando espresse da chi ha anche la responsabilità della salute e della sicurezza dei propri cittadini. Nessuna strumentalizzazione politica quindi, il nostro è solo buon senso e competenza. Il problema sicurezza infatti resta una questione aperta che attende riscontro dalle Autorità preposte. Nel Regolamento ENAC per la costruzione e l’esercizio degli aeroporti – capitolo 5 – si riporta: “Gli impatti con volatili ed altra fauna selvatica (wildlifestrike) possono arrecare gravi danni agli aeromobili e agli apparati propulsivi, in modo particolare ai motori a getto”. Nelle Linee Guida ENAC - Gestione del rischio “wildlifestrike nelle vicinanze degli aeroporti” - si riporta invece questo: “L’impatto tra aeromobili e fauna selvatica (wildlife strike) può causare danni ingenti e una riduzione della sicurezza della navigazione aerea.”; pertanto la programmazione territoriale e la gestione del territorio nelle vicinanze degli aeroporti può influenzare significativamente il pericolo legato al fenomeno segnalato».

«L’energia che si sviluppa nell’impatto è infatti direttamente proporzionale alla massa e al quadrato della velocità, per cui anche l’impatto con un piccione in atterraggio, o l’aspirazione di una lepre nel motore durante la corsa di decollo, producono lo stesso effetto di un proiettile. [….]  L’Agenzia Europea per la Sicurezza Aerea (EASA) indica in 13 km la distanza entro la quale il gestore è demandato ad implementare un piano di gestione del rischio dovuto alla fauna selvatica, mentre ENAC cita i 13 km nelle informative tecniche relative alle discariche e alle fonti attrattive. Nel documento presentato è stato perciò ribadito in 13 km dalle piste dell’aeroporto la distanza massima entro la quale la realizzazione di opere, piantagioni o l’esercizio di attività che possono costituire richiamo per la fauna selvatica vanno monitorate e/o sottoposte a limitazione». 

«Nonostante la rilevanza dell’argomento trattato, sotto il duplice profilo dell’impatto ambientale e della sicurezza dei voli, ricadente sulla popolazione residente nei dintorni aeroportuali, si osserva che la materia sopra illustrata non risulta essere stata oggetto di adeguata analisi ed approfondimento nello Studio di Impatto ambientale relativo all’Aeroporto di Treviso: “Strumento di pianificazione e ottimizzazione al 2030”, studio che prevede un incremento dei limite massimo/anno a 22.500 movimenti aeronautici,rispetto al precedente limite di 16.300, senza elementi di ulteriore valutazione  di “risk assessment”/rischio terzi (Art. 715 del Codice della Navigazione)».

«La Commissione VIA-VAS nell’esprimere i pareri di competenza non ha potuto rilevare la convergenza di numerose fonti attrattive di fauna selvatica nelle immediate vicinanze del sedime aeroportuale: itticolture, il Parco Naturale Regionale del Fiume Sile, Sito Rete Natura 2000 (classificato dalla Commissione Europea Zona di Protezione Speciale e Zona Speciale di Conservazione), specchi d’acqua, vegetazione boschiva, il Fiume Sile, il fitodepuratore a 150 metri dal sedime, attività di pesca sportiva, attività agricole. L’ENAC, in  caso di una richiesta di  ampliamento di un altro aeroporto, ha ribadito  “si sottolinea come la tematica del c.d. birdstrike sia in ambito aeronautico particolarmente sentito; infatti è ormai largamente documentato che l’ingestione di un uccello all’interno dei motori di un aeromobile o la compromissione delle strumentazioni di bordo portano a ingenti danni economici oltre che – nel caso più grave – incidenti catastrofici"».

«Tutto questo ha portato il Comitato ad una doverosa segnalazione incentrata sulla sicurezza, tema questo particolarmente attuale a tutela dei cittadini e del territorio; problematica che si ritiene non barattabile con nessun interesse di tipo economico, ma che riveste assoluta importanza per l’interesse pubblico».

La replica del sindaco di Treviso

La risposta del primo cittadino, Mario Conte, è arrivata a stretto giro dalla sua pagina Facebook: «Il “Comitato No Aeroporto” ha presentato oggi un esposto nei miei confronti alla Procura della Repubblica denunciando l’impatto del traffico aereo nei confronti di volatili, pesci e altra fauna selvatica (sic). C’è chi pensa allo sviluppo sostenibile del territorio, al progresso e al rilancio e chi, in cerca di argomenti da strumentalizzare politicamente, raschia il fondo del barile. Fino a quando i vertici di questi comitati non toglieranno la casacca politica, il confronto sarà impossibile. Dico la verità: non nascondo un certo imbarazzo».

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