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Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Carte d'identità ai profughi: "Ora potranno richiedere prestazioni di welfare"

Lo chiede oggi Mario Conte, capogruppo della Lega Nord, commentando la risposta fornita dal Comune ad un accesso agli atti con cui richiedeva all’ufficio anagrafe un aggiornamento sull’emissione di carte d’identità con residenza anagrafica a Treviso

TREVISO “In quale modo e con quali mezzi finanziari il Comune di Treviso pensa di soddisfare la richiesta di servizi sociali da parte di 904 “nuovi” residenti in città per effetto dell’iscrizione all’anagrafe di  immigrati ospitati nelle strutture straordinari o dello Sprar e che adesso sono nelle condizioni di richiedere prestazioni di welfare alla pari dei nostri concittadini?”. Lo chiede oggi Mario Conte, capogruppo della Lega Nord – Liga Veneta commentando la risposta fornita dall’Amministrazione comunale ad un accesso agli atti con cui il capogruppo del Carroccio richiedeva all’ufficio anagrafe un aggiornamento sull’emissione di carte d’identità con residenza anagrafica a Treviso e dei dati sull’effettiva iscrizione all’anagrafe comunale.

“In pochi mesi il numero di stranieri arrivati prevalentemente come migranti economici clandestini è sostanzialmente raddoppiato. Oggi Treviso ospita 904 persone a cui è stata data la residenza anagrafica nel Comune e di questi 664 hanno la carta d’identità italiana. Ad esclusione dell’assegnazione di abitazioni in edilizia popolare attraverso i bandi, da cui chi è appena arrivato è escluso solo per i requisiti temporali relativi al permesso di soggiorno, per tutto il resto queste persone sono nei fatti equiparati ai cittadini trevigiani per quanto riguarda l’accesso al welfare locale, dal sostegno al reddito fino al pagamento delle mense comunali o all’assistenza medica. Dove li trova Manildo i soldi se per i trevigiani questa Giunta non mette più a disposizione neanche un euro?”

“Poco importa se il ministro Minniti ha reso obbligatoria l’iscrizione all’anagrafe, la conseguenza burocratica e sostanziala alla fine è una aggiunta di quasi mille persone ai già tanti trevigiani che hanno bisogno di aiuto da parte delle istituzioni e che non lo riescono ad avere per la situazione finanziaria e anche in considerazione dello scarso interesse politico che Manildo e la sua maggioranza da sinistra del salottino buono riserva al tema della crisi sociale. Ci troviamo di fronte ad un problema enorme che rischia di frammentare ancora di più la rete di sicurezza sociale, già profondamente inadeguata e di dare un colpo mortale alla nostra coesione sociale. E di fronte a questa invasione di nuovi poveri non ho mai sentito il sindaco dire una parola sul fatto che Treviso non può permettersi di ingrossare il numero di quelli che stanno sull’orlo del precipizio della marginalità sociale. Se queste sono le premesse gli stranieri, che non hanno né reddito né casa, finiranno per scalzare noi trevigiani dal supporto offerto da quel poco di  welfare che c’è”.

“Nel frattempo la nostra comunità vive un fase di grande difficoltà soprattutto nelle periferie. Siamo da tempo in contatto con le parrocchie dei quartieri, per ascoltare la testimonianza di sacerdoti che ogni giorno rispondono a richieste di aiuto sempre più pressanti e sempre più numerose. E mentre non abbiamo neanche i soldi per garantire la soluzione all’emergenza abitativa dei trevigiani Manildo piega la testa davanti ai diktat del suo partito e trasforma Treviso in una sorta paradiso dell’immigrazione clandestina, tutto a spese della collettività e a scapito dei nostri concittadini che non riescono a ricevere una soluzione ai loro problemi perché le istituzioni locali sono assenti e non hanno risposte da dare agli italiani poveri ma investo milioni di euro per l’accoglienza degli stranieri. E’ una situazione inaccettabile contro cui la Lega intende battersi stando dalla parte dei veneti e dei trevigiani dimenticati”.

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