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Salute

Covid, nella Marca i primi due pazienti curati con gli anticorpi monoclonali

Si tratta di un 32enne e di un 68enne. «L'infusione dura un’ora – spiega l'Ulss - Il paziente viene tenuto in osservazione, complessivamente, due ore dopodiché rientra a domicilio»

E' stata attivata da venerdì nell’Ulss 2, su due pazienti di 32 e 68 anni (il primo a Vittorio Veneto e il secondo presso il reparto di Malattie Infettive di Treviso), la terapia con gli anticorpi monoclonali per pazienti Covid selezionati. «La cura - dichiara il primario di Malattie Infettive del Ca’ Foncello, dr. Pier Giorgio Scotton - può venire somministrata entro i primi 5/10 giorni dalla comparsa dei sintomi, nei pazienti con sintomatologia lieve o moderata che presentino determinati fattori di rischio indicati dall’Agenzia italiana del Farmaco (AIFA). Il paziente viene segnalato all'unità operativa di Malattie Infettive dal medico curante, dalle Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA), dal Pronto Soccorso o da qualsiasi altro specialista coinvolto nella gestione del paziente».

La terapia viene effettuata a livello ambulatoriale: i primi due pazienti sono stati sottoposti a infusione, venerdì, presso l’unità operativa di Malattie Infettive del Ca’ Foncello e al Covid Hospital di Vittorio Veneto. Dopo la valutazione di appropriatezza, i pazienti sono stati convocati dalla Centrale Operativa Territoriale per la somministrazione della dose unica di anticorpo monoclonale. «L'infusione dura un’ora – spiega il dr. Scotton - Il paziente viene tenuto in osservazione, complessivamente, due ore dopodiché rientra a domicilio». Sul punto è anche intervenuto il Dg dell'Ulss 2, Francesco Benazzi: «Usare gli anticorpi monoclonali per curare, quando possibile, i pazienti affetti dal Covid vuol dire poter combattere il virus con una nuova arma, soprattutto nelle sue nuove varianti. Oggi, infatti, non si tratta più di una sperimentazione ma di una vera e propria cura per evitare di portare le persone in terapia intensiva».

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