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Supermercato a San Paolo, Calesso: «Un piano fatto risorgere dall'amministrazione Conte»

L'esponente di Coalizione Civica Treviso: «Altro che cemento, bisogna pensare al mantenimento dell’attuale area verde e della sua trasformazione in una vera e propria “piazza erbosa”»

«Hanno ragione i residenti nel quartiere di San Paolo a Treviso a dire che non hanno bisogno di un nuovo supermercato nella zona di viale Francia ma del mantenimento dell’attuale area verde e della sua trasformazione in una vera e propria “piazza erbosa” e, di conseguenza, a contrastare la prevista realizzazione di un supermercato su una superficie di 1.500 metri quadrati. Per fare chiarezza sulle responsabilità politiche della vicenda va ribadito che questo progetto, in tutte le sue varie fasi e versioni, è responsabilità delle amministrazioni comunali leghiste, precedenti e successive alla giunta Manildo che, al contrario, quell’ipotesi l’aveva scartata». A dirlo è Gigi Calesso di Coalizione Civica per Treviso.

«Si era partiti nel 2006 con l’approvazione di un “piano di recupero”, anche se da recuperare non c’era niente, che già prevedeva, oltre alla destinazione residenziale anche una parte destinata ad attività commerciali - continua Calesso - Decaduto nel 2017 il piano di recupero l’amministrazione Manildo rifiutò la proposta della proprietà dell’area di un “accordo pubblico privato” che già prevedeva la realizzazione di 1.500 metri quadrati di superficie commerciale (esattamente la superficie media dei supermercati in Italia)».

«La vicenda sembrava conclusa ma l’amministrazione Conte ha ben pensato di accettare il tentativo della proprietà di riesumarla -chiosa il politico trevigiano - Con l’approvazione parziale dell’osservazione al Piano degli Interventi presentata dalla proprietà, infatti, nel 2019 è stato rimesso i piedi il progetto del supermercato di cui si ipotizza oggi la realizzazione. A dimostrare questa responsabilità è la controdeduzione all'osservazione della società proprietaria che viene così definita: "stante il mancato sviluppo edificatorio dell’area, prima con il PIRUEA ed poi con il mancato recepimento nel PI adottato, della proposta di accordo pubblico-privato presentata dall’osservante, chiede il riesame della proposta di accordo pubblico-privato presentata..."».

«Sul piano politico sono evidenti due aspetti:

a) Al contrario di quanto si affanna continuamente a dichiarare questa Amministrazione, con il suo “cemento responsabile” ha permesso (in primo luogo proprio approvando una serie di osservazioni al Piano degli Interventi) che venissero rimessi in gioco piani di edificazione già decaduti o di cui per anni e anni non si era più saputo nulla dopo la loro approvazione e che prevedono un ingente consumo di suolo;

b) Diversi di questi piani “riesumati”, da quello di San Paolo a quelli lungo viale della Repubblica (“Repubblica 1” e “Kolbe”), riguardano aree attualmente verdi e che, se non si fossero dato parere positivo alle richieste delle proprietà (sostanzialmente aumento della superficie commerciale a scapito di quella residenziale) sarebbero rimaste verdi, mentre adesso arrivano i progetti proprio per insediamenti della grande distribuzione organizzata;

c) Le chiacchiere dell’Amministrazione sulla “difesa del piccolo commercio” sono platealmente contraddette da questi fatti, cioè dall’incremento della superfice utilizzabile per l’insediamento di strutture di vendita di “medie dimensioni” (supermercati).

Sicuramente anche l’amministrazione Manildo ha avuto delle responsabilità nel non aver contrastato quanto avrebbe potuto fare il consumo di suolo e i nuovi insediamenti di grandi strutture commerciali ma non si tratta di responsabilità neppure minimamente paragonabili a quelle di questa “Giunta del cemento e dei supermercati"» conclude Calesso.

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