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Attualità Castelfranco Veneto

Casa del giardiniere, progetto per valorizzare il castello di Castelfranco

Collocata a ridosso delle Mura nel quadrante sud‐est, risale alla prima metà del XIX secolo. Il costo dei lavori previsto è di 330mila euro. Il progettista è l'architetto Ian Alessandro Ferrrarato

Un progetto pilota per valorizzare il Castello di Castelfranco Veneto: è quello proposto in questi giorni alla giunta comunale per il restauro della "Casa del giardiniere" posta sul lato sud-est della cinta muraria castellana.

Un progetto atteso ed accolto con favore da sindaco e assessori che, nell’incontro con il progettista, l'architetto Ian Alessandro Ferrrarato e il consulente scientifico, l’architetto Luigi Girardini, hanno potuto cogliere i pregi dell’intervento proposto sia attraverso le stampe del progetto che attraverso un plastico dimostrativo in scala 1:25 realizzato ad hoc. Un progetto che si inserisce nel più ampio quadro urbano-architettonico e culturale di restauro e valorizzazione del Castello volto a rafforzare il senso di identità della collettività con il castello, ristabilire lo stretto legame con il territorio che lo circonda e promuoverne culturalmente la conoscenza.

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I lavori

Il restauro della “Casa del giardiniere” rappresenta un intervento strategico nell’ottica del più ampio “Progetto di valorizzazione del castello di Castelfranco Veneto”. Collocata a ridosso del tratto di cinta muraria situata nel quadrante sud‐est, la “Casa del giardiniere” risale alla prima metà del XIX secolo ed il suo corpo di fabbrica - che si sviluppa su tre piani fuori terra è stato pesantemente rimaneggiato a partire dagli anni ‘50 fino agli anni ‘80 del secolo scorso allo scopo di rendere l’immobile adatto ad ospitare il custode del parco che fino qualche decennio fa abitava nella Casa (da cui, appunto, la Casa del giardiniere). Il valore principale di questo progetto è quello di creare un nuovo collegamento ed accesso alla Torre Sud‐Est recentemente restaurata. E’ un’operazione fondamentale perché, ad oggi, non esiste un accesso pubblico alla torre restaurata nel 2018-2020 grazie all’intervento finanziato dal Segretariato Regionale del Veneto e diretto dal funzionario, Luigi Girardini. L’unico accesso alla torre dalla quota di campagna, infatti, oggi sarebbe possibile solo dal lato interno della cinta muraria di proprietà privata e quindi inaccessibile al pubblico visitatore. Il restauro, inoltre, pone le basi per un eventuale futuro restauro dei due tratti del camminamento di ronda connessi alla torre, determinando così una valorizzazione dell’intero quadrante storico sud-est.

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Gli elementi che caratterizzano il progetto di restauro e valorizzazione della “Casa del giardiniere” sono rappresentati dall’inserimento della nuova scala per la salita alla torre e al camminamento di ronda e dalla realizzazione del giardino pensile in sommità alla casa. La scala favorirà, lungo la sua percorrenza, la percezione ravvicinata della cinta muraria che verrà messa in luce grazie alla rimozione degli intonaci che oggi la nascondono. La realizzazione del giardino pensile, elemento già presente nel tessuto storico della città, arricchirà la casa con una nuova qualità spaziale, rafforzerà il legame esistente tra il manufatto e il prospicente parco urbano ed evocherà l’uso che il manufatto aveva nel passato. Sulla base della morfologia degli spazi e della collocazione urbana del manufatto, il progetto ha proposto una destinazione d’uso pubblica di natura polifunzionale; il manufatto potrà accogliere eventi di natura culturale e sociale a carattere temporaneo nonché promuovere il progetto di rinnovamento urbano-architettonico e culturale del sistema delle mura e del parco urbano. Il costo dei lavori previsto è di 330mila euro. Il progetto si svilupperà attraverso la fase definitiva ed esecutiva con il supporto del gruppo di lavoro coordinato dal medesimo progettista e dal consulente scientifico, composto da: geom. Cristian Bortignon e Andrea Gavagnin (rilievi laser scanner), dall’arch. Marianna Marchesi (architettura), dall’ing. Marco Marchesi (strutture), dai periti industriali Manuel Soggia (impianti elettrici) e Marco Veronese (impianti meccanici) e dall’arch. Francesco Abbruscato (sicurezza).

Il commento

Spiega il progettista Ian Alessandro Ferrarato: «I lavori si svilupperanno lungo tre linee di intervento intrinsecamente connesse tra loro: la prima di queste consiste nel piano di recupero conservativo del sistema della cinta muraria e delle torri per rigenerarle e rafforzare il loro valore urbano e sociale; la seconda nella valorizzazione dei manufatti architettonici, di pubblica proprietà, esistenti in adiacenza o nelle immediate vicinanze delle mura per rendere accessibile il sistema della cinta e delle torri e rafforzare la connessione tra il sistema delle mura e lo spazio urbano interno con quello esterno ad esso; la terza nella valorizzazione dello spazio esterno alle mura con lo sviluppo del “parco urbano del castello” concepito come spazio di relazione tra il castello e l’abitato urbano circostante. Il progetto presenta un ulteriore valore, cioè quello di rafforzare il legame tra il parco urbano e i tratti di mura attraverso un sistema organico di percorsi su diversi livelli che offriranno al visitatore e ai cittadini l’opportunità di fruire del contesto in modo più profondo e di rafforzare il legame che storicamente esisteva tra la cinta muraria, il terrapieno e il fossato. I percorsi si svilupperanno su tre livelli: il primo alla quota del parco, il secondo al livello del camminamento di ronda e il terzo in sommità alle torri».

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