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Domenica, 28 Aprile 2024
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Manca personale, ridotti i giorni di apertura al centro trasfusionale

Le associazioni donatori di sangue Avis e Fidas chiedono ai sindaci di intervenire: A Vittorio Veneto centro chiuso il mercoledì e venerdì per mancanza di medici. Nel 2021 donazioni in calo del 13%

«Da mercoledì 1º dicembre il centro trasfusionale dell'ospedale di Vittorio Veneto, luogo in cui i nostri donatori si recano per effettuare donazioni di sangue e plasma in modo volontario, gratuito, anonimo e responsabile, ha subito un drastico ridimensionamento delle sue giornate di apertura». A dirlo è Luciano Sommariva, presidente dell'Avis di Vittorio Veneto.

«La decisione è stata presa dall'Ulss 2 a causa della carenza di personale, in particolare medici trasfusionisti. Un problema noto, visto che si protrae da una decina d'anni, e per il quale sarebbe stato opportuno intraprendere una programmazione finalizzata a garantire pienamente un servizio salvavita per un'intera comunità, evitando così di arrivare a questo ridimensionarhento che avrà, inevitabilmente, ripercussioni sulla raccolta e sulla disponibilità di sangue ed emoderivati» continua Sommariva. AI centro trasfusionale dell'ospedale di Vittorio Veneto fanno riferimento gli oltre 3mila donatori attivi (pari a circa 5mila donazioni l'anno) dell'Avis Vittorio Veneto (che comprende territorialmente Vittorio Veneto, Revine Lago,Tarzo, Colle Umberto, Cappella Maggiore, Sarmede e Fregona), ma anche gruppi Avis e Fidas di Cordignano e Orsago.

ll centro trasfusionale dell'ospedale di Vittorio Veneto, fino al 30 novembre, era aperto dal lunedì al venerdì e il primo e l'ultimo sabato del mese. Dal 1º dicembre il centro ha chiuso il mercoledì e il venerdì. «L'Ulss 2 ci ha comunicato che si tratta diuna chiusura "temporanea" - spiega Sommariva - ma non ci è dato sapere fino a quando. Temiamo che questo possa tradursi in un ulteriore crollo delle donazioni di sangue e plasma. Nel corso del 2021 abbiamo dovuto registrare un calo del 13% di donazioni rispetto all'anno precedente (già in calo) motivate da incertezze e preoccupazioni personali, difficoltà di assentarsi dal lavoro per donare e anche per colpa della classificazione Covid-hospital del nostro ospedale. Ci spiace constatare come ancora una volta l'ospedale di Vittorio Veneto subisca provvedimenti negativi a discapito della comunità e di un servizio svolto quotidianamente spesso senza tanta visibilità, ma fondamentale, da volontari-donatorie da personale sanitario. I donatori di sangue sono una delle colonne portanti del nostro sistema sanitario nazionale: mettono a disposizione del prossimo una parte di sé e il loro tempo. E questo senza chiedere nulla in cambio. Vi chiediamo, sindaci, un vostro fattivo interessamento su questa nostra questione con i vertici dell'Ulss 2 e del sistema sanitario regionale. Consapevoli della difficile situazione che stiamo vivendo, tra pandemia e carenza di personale per i centri trasfusionali, vi chiediamo di darci ilvostro formale supporto e sostegno nella richiesta di ottenere almeno un ulteriore sabato di apertura del centro trasfusionale dell'ospedale di Vittorio Veneto (facendo così passare da 2 a 3 i sabati di apertura al mese) e di introdurre, come è stato garantito al centro trasfusionale dell'ospedale di Montebelluna, una giornata di apertura al mese alla domenica, così da rispondere a tutte le richieste di donazione dell'area del vittoriese e far sì che la raccolta di sangue e di plasma prosegua a pieno ritmo quale dono imprescindibile per salvare vite umane».

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