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Contratto nazionale per le coop sociali, appello alla Regione di "Insieme si può"

La presidente della cooperativa, Raffaella Da Ros: «Serve un confronto per rispettare il contratto garantendo la copertura del maggiore costo dei servizi legato agli aumenti in busta paga, e scongiurando così il rischio concreto che venga compromessa la continuità di alcune attività»

Un appello alla Regione Veneto per aprire un confronto sull'impatto che avrà il contratto collettivo nazionale di lavoro per le cooperative del settore socio-assistenziale. A chiederlo, attraverso la presidente Raffaella Da Ros, è la cooperativa trevigiana Insieme Si Può, che conta 1.200 soci e opera principalmente nelle province di Treviso, Padova, Venezia, Vicenza e Pordenone. La richiesta è di avviare un dialogo in tempi rapidi con Regione Veneto, aziende sanitarie committenti e rappresentanze di categoria per rispettare il contratto garantendo la copertura del maggiore costo dei servizi legato agli aumenti in busta paga, e scongiurando così il rischio concreto che venga compromessa la continuità di alcune attività.

«Dal 1° febbraio è entrato in vigore il nuovo CCNL, il contratto collettivo nazionale di lavoro per le lavoratrici e i lavoratori delle cooperative del settore socio-sanitario-assistenziale, educativo e di inserimento lavorativo cooperative sociali» spiega la presidente della Cooperativa Insieme si può «Dopo quasi sei anni di attesa, il nuovo contratto collettivo è divenuto realtà, coinvolgendo 400 mila lavoratori e lavoratrici del nostro Paese. Anche la cooperativa Insieme Si Può, con i suoi 1.200 socie e soci, ha recepito di buon grado il provvedimento. Lo attendevamo da tempo, ci siamo a lungo battuti per arrivare a questa approvazione, condividendo la necessità di valorizzare le nostre professionalità anche attraverso un sacrosanto aumento degli stipendi in busta paga.Ora il prossimo passo sarà rendere il CCNL davvero attuabile data la tempistica con cui è stato approvato: i bilanci di previsione della nostra committenza, a cominciare dalle aziende sociosanitarie, sono stati già redatti, senza che potessero tenere conto del nuovo CCNL, così come le tariffe già pattuite per i servizi appaiono insufficienti e quindi incompatibili con le modifiche contrattuali apportate dal provvedimento e gli aumenti introdotti in busta paga. Con il rischio concreto che venga compromessa la continuità di alcuni servizi».

«L’aumento del costo del lavoro (oltre il 13% in due anni) impatta notevolmente, con scostamenti estremamente rilevanti per le cooperative, i quali risultano insostenibili da affrontare da parte di queste» continua la presidente della cooperativa trevigiana «Bisognerà quindi agire di concerto per adeguare le risorse economiche a copertura del costo dei servizi già in essere. Per questo chiediamo l’avvio di un confronto in tempi rapidi, con gli enti pubblici che sono i nostri committenti, a cominciare dalla Regione Veneto, per collaborare insieme e arrivare ad una revisione aggiornata delle tariffe pattuite, per dare concretezza al nuovo contratto collettivo e rendere questo provvedimento capace di essere sostenibile e attuabile. Servirà uno sforzo in più che dovrà vederci tutti insieme, unire le forze e lavorare in sinergia per giungere a una soluzione».

«Come cooperativa Insieme Si Può auspichiamo che il dialogo già in corso tra la Regione Veneto e Federsolidarietà» chiude Raffaella Da Ros «sfoci in una collaborazione fattiva tra tutte le parti coinvolte per arrivare quanto prima ad una soluzione che contempli il primario rispetto del contratto con la necessità di avere idonee coperture economiche, adeguando i budget destinati a operatori e operatrici che garantiscono servizi di essenziale importanza nelle nostre comunità».

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