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Lunedì, 29 Aprile 2024
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De Poli, il ricordo di Gentilini: «I nostri scontri sono stati epici, ma poi finiva tutto in osteria»

L'ex sindaco sul "nemico-amico": «E' stato un grande uomo, protagonista di una autentica rinascita dalla città. Treviso e i trevigiani gli devono molto»

«Le divergenze politiche sono state importanti ma dopo ci si trovava in osteria a bere». Questo il ricordo di Giancarlo Gentilini sul "nemico-amico" Dino de Poli, scomparso nella notte all'età di 90 anni.

«Lui - dice - ha scritto pagine importanti della storica di Treviso. Me lo ricordo come compagno di scuola e poi sui banchi dell'università e ancora insieme nella Dc negli anni difficili del dopoguerra e in Cassamarca. Era un "dittatore", come me, un decisionista. Ma una persone per bene». «Aveva - continua Gentilini - una visione diversi di città. Io avvertivo il cambiamento, Treviso stava invecchiando e servivano più strutture per gli anziani da un lato e per promuovere la natalità dell'altro. Lui aveva un idea diversa, era preso dall'aspetto culturale. Cultura per cui, dire il vero, ha fatto moltissimo. E poi  ero un sindaco sempliciotto della Lega, lui un politico con la "P" maiuscola  e su quel versante non ci siamo mai capiti davvero. Io pensavo che i soldi di Fondazione dovessero essere restituiti ai cittadini; anche lui lo pensava, ma in un modo completamente diverso».

«Resta - conclude - comunque un grande, protagonista di una autentica rinascita dalla città. Treviso e i trevigiani devono molto a questo uomo di una tempra come non ne fanno più. La politica per lui era diversa da come viene interpretata adesso, non c'era il desiderio di cancellare l'avversario. I nostri scontri sono stati epici ma poi, che volete, finiva tutto in un bicchiere bevuto in osteria».
 

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