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Ospedale San Giacomo, i sindacati: «Fuga dei medici e scarsa manutenzione»

L'ospedale di Castelfranco Veneto nel mirino della Fp Cgil. Sara Tommasin della Funzione Pubblica: «La non attrattività del polo potrebbe determinare un arretramento delle attività mettendo a rischio i servizi sul territorio»

Sanità castellana di nuovo sotto la lente dei sindacati trevigiani. Se, da una parte, l'Istituto Oncologico Veneto (Iov) rimane un presidio fondamentale per il territorio in ambito oncologico, le altre prestazioni ospedaliere del San Giacomo di Castelfranco Veneto arretrano, con gravi carenze di personale, coperte solo grazie all'ausilio di professionisti a gettone con periodiche chiusure in alternanza con l'ospedale San Valentino di Montebelluna.

A dirlo è la nuova indagine condotta dal sindacato Fp Cgil Treviso che, tramite la segretaria provinciale Sara Tommasin, spiega: «Se si difende il reparto di medicina, la radiologia con le recenti fuoriuscite di medici rischia quanto la chirurgia, depotenziata al limite di garantire ormai solo gli interventi urgenti mentre quelli programmati possono arrivare anche a due anni di attesa, complice il fatto che la sala operatoria è a disposizione solo un giorno alla settimana, quando non è a uso dello Iov. Anche la cardiologia non se la passa meglio in termini di personale. Una situazione così precaria e frammentaria non rende per nulla attrattivo il polo ospedaliero castellano con conseguenze sulla tenuta della sanità del territorio castellano. Il personale, medici in primis, non vedono alcuno sviluppo professionale nell’essere impiegati nelle specialità ospedaliere del San Giacomo e così di passo in passo si sta scivolando su una china. Restano poi altre questioni in ballo - aggiunge la segretaria provinciale Fp Cgil di Treviso - come la manutenzione dello stabile, visto l’alto costo pagato dai cittadini per il progetto di finanza, che impatta concretamente anche sugli spogliatoi del personale, soggetti a infiltrazioni e perdite. Chiediamo all'Ulss 2 - conclude Tommasin - di non permettere questo generale arretramento dell’attività e della stessa struttura le cui conseguenze saranno pagate in termini di garanzia della salute dalla cittadinanza Castellana».

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