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Ictus, Premio Platinum all'ospedale Ca' Foncello: «Eccellenza europea»

Riconoscimento internazionale per il "percorso stroke" dell'ospedale di Treviso. Nel 2022 ricoverati 420 pazienti operati in meno di un'ora dall'ictus, quest'anno gli interventi sono già il 15% in più dell'anno scorso

L'ospedale Ca' Foncello di Treviso è stato nominato "Centro Platinum" nell'ambito del programma Eso-Angels Awards. Il premio è stato conferito in questi giorni dalla Società europea per la cura dell’ictus (European Stroke Organization) ed è riservato agli ospedali con i migliori percorsi di cura per i pazienti colpiti da colpo apoplettico. Il programma ha lo scopo di aumentare il numero di pazienti trattati con le terapie di riperfusione (trombolisi endovenosa ed terapia endovascolare), i tempi di intervento e ottimizzare la qualità dei trattamenti nei centri Stroke europei.

I dati

Se nel 2019 i casi di ictus nella Marca erano stati 1600 in un anno, nel 2022 i ricoveri presi in carico a Treviso 420, segno che gli ictus sono in calo ma, ad aumentare ancora oggi, è l'incidenza provinciale dal momento che l'età della popolazione si è alzata e l'ictus colpisce soprattutto gli Over 60. Ecco perché nei primi mesi del 2023 l'Ulss 2 ha già registrato un aumento del 15% degli interventi rispetto a quelli eseguiti l'anno scorso. La certificazione di "Centro Platinum" è arrivata grazie alla rapidità di presa in carico dei pazienti dimostrata dagli ospedali dell'Ulss 2. Oggi a Treviso il tempo di trattamento dei pazienti è sceso a 47 minuti. Per ottenere la certificazione doveva essere inferiore ad un'ora. Negli ospedali dell'Ulss 2 sono inoltre garantiti i servizi di Tac, Angiotac e la fibrinolisi in vena (a Conegliano eseguita in telemedicina), fondamentale per individuare ed eventualmente rimuovere trombi o emboli che ostruiscono le arterie, le vene o le fistole dialitiche.

Il direttore Francesco Benazzi con i dottori Bonifati, Tonello e Di Paola-2

I sintomi

A preoccupare l'Ulss 2 è il fatto che spesso molti cittadini sottovalutano i sintomi dell'ictus e arrivano in ospedale troppo tardi. L'invito dell'azienda sanitaria è quello di recarsi subito in pronto soccorso in caso di paresi facciale, difficoltà a muovere gambe e braccia e difficoltà ad articolare le parole. La rapidità di intervento è fondamentale per limitare i danni dell'ictus ecco perché riconoscerne subito i primi sintomi è così importante.

I commenti

«Con questo riconoscimento viene premiata la professionalità e la competenza di tutti i professionisti che operano nell’ambito del nostro Percorso Stroke - le parole del direttore generale, Francesco Benazzi -. Ringrazio questo gruppo che, lavorando assieme, è riuscito a dare una risposta importantissima a una patologia altrettanto importante: la capacità di intervenire subito, la presa in carico e la successiva gestione del paziente colpito da ictus rappresenta per l’Ulss 2 motivo di grande soddisfazione».

«In Veneto - spiega il dottor Marco Bonifati, primario dell’Unità operativa di Neurologia - l'incidenza dell’ictus è di circa 247 casi ogni 100mila abitanti anni con una prevalenza di oltre 12mila casi di ictus all'anno. In Provincia di Treviso possiamo stimare circa 1600 casi incidenti all'anno. Il 75% di questi pazienti rimane con qualche forma di disabilità. L’ictus è una patologia “tempo dipendente”, nel cui ambito la precocità delle cure è fondamentale per l’esito della malattia. Si tratta della terza causa di morte e della prima causa di invalidità al mondo». Inoltre è stato pubblicato il Pdta (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale) per l’ictus ischemico ed emorragico: «Un lavoro di un anno e mezzo - aggiunge Bonifati - che ha coinvolto numerose specialità e professionisti. Tutti i pazienti sono quindi trattati secondo tale protocollo permettendo un efficace e tempestivo trattamento con trombolisi endovenosa o invio al centro Hub di Treviso per la terapia endovascolare. Dal 118, alla valutazione del paziente da parte del pronto soccorso, alla presa in carico da parte del neurologo e degli infermieri della Neurologia con ricovero in stroke unit passando dalla Neuroradiologia nel caso di terapia endovascolare, e senza dimenticare l’importante ruolo della Riabilitazione, il sistema deve lavorare con perfetta sinergia di tutti gli attori coinvolti per permettere al paziente di ricevere la miglior cura possibile. Come corollario al Pdta si sta ultimando un corso Fad sulla gestione dell’ictus dal territorio all’ospedale fruibile per tutti i professionisti».

Il direttore Benazzi con i dottori Bonifati, Tonello e Di Paola-2

«Nel 2022 al Ca’ Foncello sono state effettuate 105 trombolisi sistemiche e trombectomie con tempistiche che hanno permesso di raggiungere l’obiettivo “Platinum” del progetto Eso-Angels. In Stroke Unit sono stati presi in carico 420 pazienti con patologia cerebrovascolare» ha sottolineato il dottor Simone Tonello, responsabile della Stroke Unit. 

«Il nostro ruolo si integra con tutte le Neurologie dell’Ulss 2 e, anche, di Belluno e di Feltre, che se i tempi lo consentono vengono centralizzati su Treviso per la terapia endovascolare» conclude il dottor Francesco Di Paola, direttore della Neuroradiologia del Ca’ Foncello. 

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