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Lettera dei medici al dg Benazzi: «Il suo operato è senza etica»

Luca Barutta, segretario veneto di Anaao Assomed, ha parlato a nome della categoria attaccata dal direttore generale dell'Ulss 2 durante il consiglio comunale del 27 novembre a Vittorio Veneto. La replica: «Fraintese le mie parole»

Botta e risposta al veleno tra i medici del Veneto e il direttore generale dell'Ulss 2, Francesco Benazzi. La polemica è sempre quella scaturita dalle frasi pronunciate da Benazzi in consiglio comunale a Vittorio Veneto dicendo: «La fuga dei primari? C'è perchè li mettiamo sotto a lavorare. Quelli che non hanno coraggio e non hanno un'etica, se ne vanno. D'altronde che alternativa avevamo? O li obbligavamo o si restava con le liste d'attesa». Parole che già nella giornata di mercoledì 29 novembre avevano sollevato un polverone mediatico da parte dei sindacati e che oggi hanno trovato nuova linfa nella lettera aperta al direttore generale a firma del dottor Luca Barutta, segretario regionale di Anaao Assomed. 

La lettera

"Non eravamo a conoscenza che lei fosse competente in materia di deontologia ed etica medica - esordisce Barutta -. Queste materie comportano ovviamente delle specifiche conoscenze che non crediamo siano uno dei requisiti basilari per diventare direttore generale di un'azienda sanitaria pubblica. Ma se tali materie non sono una competenza specifica dei direttori generali e quindi sua a quale titolo si permette di giudicare e condannare in materia di etica i comportamenti dei medici e in particolare di alcuni in un momento così difficile, dove la categoria ha dimostrato di avere un elevato senso di responsabilità e sacrificio? Se lei ritiene di potersi permettere, in assenza di competenze specifiche, una pubblica condanna di medici che dopo tanti anni di studi e sacrifici per lavorare in ospedale si vedono frustrati sul piano sociale, professionale ed economico, costretti sempre più a privilegiare una efficienza quantitativa piuttosto che qualitativa delle prestazioni sanitarie e esposti alla rabbia e sempre più alle aggressioni degli utenti per colpe non loro di tipo organizzativo generale e decidono di dimettersi e andare via, allora anche noi possiamo giudicare dal punto di vista etico il direttore generale qualora, a nostro giudizio, sia venuto meno ai principi etici e imponga di gestire i reparti in modo a volte vessatorio, obbligando i medici a lavorare con carichi di lavoro e orari insopportabili e rischiosi per la salute del paziente e del dipendente. Chi dei due ha più violato l’etica, il medico stanco e frustrato che si arrende e va via o chi in nome di una mal interpretata efficienza economica ha creato o ha comunque permesso che tutto ciò accada? Caro Dottor Benazzi si faccia questa domanda prima di accusare con troppa superficialità un medico" chiude Barutta.

Il caso delle parole pronunciate del direttore generale dell'Ulss 2 è finito anche in consiglio comunale a Treviso nel pomeriggio di giovedì 30 novembre quando il consigliere comunale di minoranza, Giorgio De Nardi, ha tirato in ballo la polemica con queste parole: «Nella gestione dell'Ulss 2 riscontriamo un modo autoritario e dittatoriale, sembra che la direzione stia facendo il gioco della sanità privata».

«Parole fraintese»

La risposta del dg Francesco Benazzi non si è fatta attendere. In una nota ufficiale, giovedì 30 novembre, il direttore generale ha detto: «Non ho mai messo in discussione il lavoro dei medici, categoria alla quale appartengo io stesso. Chi mi conosce sa come la penso: il mio intento era quello di manifestare il mio apprezzamento a tutti coloro che continuano a lavorare nell’azienda Ulss 2 con grande generosità e impegno quotidiano. Mi spiace che le mie affermazioni siano state fraintese. In merito al mio intervento di lunedì scorso, 27 novembre, a Vittorio Veneto, desidero chiarire in modo esplicito il mio pensiero: fin dal primo incarico come giovane medico nella sanità pubblica, ho imparato a condividere il mio percorso lavorativo nel totale rispetto e collaborazione con i colleghi medici che ho avuto modo di incontrare negli anni. Oggi, con un altro ruolo mantengo lo stesso approccio di allora pur nella consapevolezza di dover affrontare problematiche legate alla carenza di personale che ci stanno coinvolgendo pesantemente tutti. A volte alcuni confronti appaiono duri e poco rispettosi, ma il fine rimane sempre quello di fare il meglio per la salute del cittadino. Ribadisco quindi la fiducia, il rispetto ed il ringraziamento che nutro per i primari e i loro collaboratori ai quali questa azienda deve molto per ciò che hanno dato in passato e per la dedizione e l’impegno che stanno dando anche in questo periodo». 

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