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Migranti, il Veneto per l'accoglienza diffusa. Zaia: «Evitare nuove Cona»

La Regione firmerà nei prossimi giorni un protocollo con prefettura e Anci, che dispone linee guida per dare ospitalità «a chi scappa dalla guerra e dalla fame»

Un protocollo condiviso tra Regione Veneto, Anci e prefetture per sperimentare un'accoglienza diffusa dei migranti. Annunciato oggi, martedì 11 luglio, a Venezia dal governatore Luca Zaia, è stato approvato con una delibera di giunta e sarà siglato nei prossimi giorni a Ca' Corner.

«Ogni giorno arrivano da Lampedusa tra i 150 e i 200 migranti - ha precisato il presidente veneto -. La situazione ci preoccupa, perché bisogna dare una dignitosa ospitalità e al tempo stesso evitare insediamenti massicci, dove ci siano importanti popolazioni di migranti». Le proiezioni a livello nazionale «sono inquietanti», aggiunge Zaia, perché se l'anno scorso sono arrivati via mare 90 mila migranti, quest'anno potrebbero raddoppiare. «Quest'accordo che firmeremo va nell'ottica di dare ospitalità diffusa nel territorio a chi scappa dalla morte e dalla fame, anche coinvolgendo Caritas e parrocchie». L'obiettivo è evitare quanto successo in passato, «come ad esempio a Cona». Il governatore non ha risparmiato poi una stoccata all'Europa: «È scandalosa perché latitante, e considera Lampedusa come confine d'Italia e non d'Europa».

L'hub di Cona, chiuso definitivamente a dicembre 2018, era stato il centro di accoglienza straordinaria più grande del Veneto. Per tre anni e mezzo i richiedenti asilo, perlopiù provenienti dall'Africa sub-sahariana, erano continuamente confluiti nella ex base militare. Nel momento culmine, il centro era arrivato ad ospitare oltre 1500 persone. Nel tempo era salito ripetutamente agli onori delle cronache per le condizioni di vita degli ospiti, ritenute inadeguate, e per il sovraffollamento. L'episodio più tragico fu la la morte della giovane ivoriana Sandrine Bakayoko, di 25 anni, a gennaio 2017, alla quale seguirono forti proteste.

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