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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Giorgio de Chirico a Conegliano, mostra prorogata fino al 17 marzo

Tre settimane di proroga per l'esposizione organizzata da Artika in collaborazione con Fondazione de Chirico e la Città di Conegliano per esplorare il rapporto tra l'artista e la filosofia metafisica. Grande successo di pubblico

Giorgio de Chirico. Metafisica continua, l'affascinante mostra in corso a Palazzo Sarcinelli di Conegliano, sarà visitabile fino a domenica 17 marzo 2024. Tre settimane di proroga rispetto alla data di chiusura prevista grazie all'ottimo successo di pubblico riscosso dall'esposizione in questi mesi.

Continua così la possibilità, per i visitatori, di entrare in contatto con i 71 capolavori esposti del grande maestro della Metafisica. La mostra di Conegliano inaugura le celebrazioni del centenario del Surrealismo (1924-2024), movimento di cui de Chirico fu eletto, a sua insaputa, capostipite dal fondatore André Breton. Per lui, come per altri surrealisti quali Max Ernst, René Magritte e Salvador Dalì, la prima pittura metafisica (1910-1918) di de Chirico svolse un ruolo fondamentale nella nascita e nello sviluppo del movimento dall’inizio degli anni Venti in poi. La mostra, a cura di Victoria Noel-Johnson, è organizzata da Artika di Daniel Buso ed Elena Zannoni, in collaborazione con Fondazione Giorgio e Isa de Chirico e il Comune di Conegliano.

L'esposizione

Secondo de Chirico l’arte non doveva avere alcun legame con la realtà poiché il suo scopo era scoprire la via alternativa per svelare il lato insolito e misterioso che si cela dietro l’apparente banalità della vita quotidiana. «Perché un’opera d’arte sia veramente immortale - scriveva de Chirico - è necessario che esca completamente dai confini dell’umano: il buon senso e la logica la danneggiano». Giorgio de Chirico ha saputo esprimere l’idea di un tempo “circolare” legata all’eterno ritorno delle cose e degli avvenimenti, attraverso l’influenza del pensiero di Schopenhauer e Nietzsche. La sua pittura esprime il “grande vuoto” della realtà ultima, liberata dalle sovrastrutture e perciò terrificante. Le piazze, le torri e gli oggetti sono collocati in un posto senza tempo, come se fossero sospesi nel vuoto, illuminati da una luce fredda e impetuosa proveniente da una fonte invisibile. I primissimi quadri di de Chirico erano nati sulla scia dell’ispirazione generata dall’incontro con le opere simboliste del pittore svizzero Arnold Böcklin e dell’artista tedesco Max Klinger, a Monaco di Baviera. Successivamente, a Firenze, de Chirico leggerà varie opere di Nietzsche, pubblicate a fine Ottocento, come Ecce homo, La Nascita della tragedia e Così parlò Zarathustra. Il filosofo tedesco diventò parte integrante della sua riflessione pittorica. Due aspetti su tutti lasciarono un segno indelebile: lo sguardo metafisico delle cose quotidiane del mondo e la percezione del tempo sospeso e circolare, noto come l’eterno ritorno. Ogni cosa, animata o inanimata, secondo il pensiero nietzschiano, ha un suo essere metafisico, un suo linguaggio. Ogni cosa può essere intesa psicologicamente cambiando prospettiva o punto di vista. Ispirato da tali pensieri filosofici, de Chirico ebbe le sue prime “rivelazioni” a Firenze, nell’autunno del 1910. Apparirono, per la prima volta nella sua mente, immagini trasfigurate della realtà capaci di rivelare all’artista l’essenza nascosta delle cose e dell’ambiente circostante.

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