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Lunedì, 29 Aprile 2024
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“Paese in Rosa”, sabato il concerto di Gianluca Mosole

Prosegue anche nel comune trevigiano "Ottobre Mese Rosa della prevenzione", la tradizionale campagna della Lilt (Lega Italiana per la lotta contro i tumori) dedicata alla battaglia, soprattutto nel senso della prevenzione, delle neoplasie femminili. Il sindaco Katia Uberti: “L'amministrazione vuole sensibilizzare le donne a una battaglia contro i tumori che può essere curata ma soprattutto vinta”

Prosegue anche a Paese "Ottobre Mese Rosa della prevenzione", la tradizionale campagna della Lilt (Lega Italiana per la lotta contro i tumori) dedicata alla battaglia, soprattutto nel senso della prevenzione, delle neoplasie femminili. L'Amministrazione comunale ha deciso quest'anno di portare avanti la propria iniziativa, denominata "Paese in Rosa", anche nel mese di novembre, mettendo insieme un cartellone di appuntamenti  che, se da una parte intendono essere "principalmente" per le donne dall'altra rappresentano intrattenimento generale, uno stimolo diretto ai cittadini perché torni ad affacciarsi la socializzazione così come un aiuto concreto a quelle attività, teatro e musica su tutti, che sono stati particolarmente segnate dalla pandemia.

Sabato 23 ottobre sarà la volta del concerto di Gianluca Mosole, chitarrista e compositore trevigiano conosciuto sia a livello nazionale che internazionale per la sua musica Jazz Soul Funk, che si esibirà, a partire dalle ore 21, presso il cinema teatro "Manzoni".

«E' importante - ha detto il sindaco di Paese Katia Uberti - sensibilizzare le donne alla prevenzione di malattie che, se individuate nello stadio più precoce, possono essere curate e vinte. A Paese lo vogliamo fare anche con due mesi di spettacoli e iniziative che affrontino il tema del femminile anche al di fuori della questione medica, nel tentativo di rimettere al centro della società la donna e il suo ruolo fondamentale».

Secondo i dati forniti dalla Lilt lo scorso anno si sono registrati circa 55mila nuovi casi solo di cancro al seno, mentre quest’anno ci avvicineremo ai 60mila, con oltre 58mila nuovi casi di cancro alla mammella. Questo diventa un problema abbastanza serio, legato anche all’attesa per effettuare lo screening, che, peraltro, risulta disomogeneo nell’ambito del nostro paese, perché ci sono alcune regioni che anticipano lo screening a 45 anni e lo posticipano dopo i 70. Viceversa, vi sono ancora alcune regioni che mantengono 50-69 anni ma in questi due anni lo screening non è stato praticato e, quindi, si è arrivati ad una diagnosi tardiva. In questi casi i trattamenti diventano più cruenti, più invasivi, le terapie sono più complesse e, nello stesso tempo, viene compromessa la qualità di vita di queste donne e la stessa guaribilità, con una ricaduta anche dal punto di vista sociale ed economico notevole, non soltanto nei confronti del proprio nucleo familiare ma anche della comunità. Di qui l'importanza della prevenzione.

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