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Addio reddito di cittadinanza: «In Veneto ne beneficiavano 43mila persone»

L'assessore al Lavoro, Elena Donazzan, commenta le nuove misure prese dal Governo Meloni in ambito economico. Parole di plauso anche da Confcommercio Veneto che chiedi più sostegni alle imprese

«I dati relativi al Reddito di cittadinanza in Veneto dimostrano che le politiche del Governo, già da quando sono state annunciate, hanno spinto le persone ad attivarsi per lavorare.  Nel 2023 risultano nella nostra regione 22.571 nuclei familiari percettori del reddito di cittadinanza (43.625 persone coinvolte) in diminuzione rispetto ai 26.655 nuclei familiari nel 2019 (64.692 persone coinvolte). In linea con quanto noi abbiamo realizzato negli anni in Veneto, promuovendo misure alternative come ad esempio l’assegno per il lavoro, le nuove politiche governative incentivano e promuovono la cultura del lavoro, motore dello sviluppo e dell’integrazione”. Queste le parole dell'assessore al Lavoro, Elena Donazzan, in merito ai provvedimenti previsti dal Decreto lavoro varato lunedì 1º Maggio, dal Consiglio dei Ministri. 

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«Sono stati introdotti cambiamenti sostanziali, dando centralità alla dignità del lavoro come già era stato annunciato in legge di bilancio - continua l’assessore -. La scelta è quella di eliminare il Reddito di cittadinanza, ovvero basta sussidi di carattere assistenzialistico a chi è in grado e può lavorare, ma non cerca lavoro. Il principio è che chi rifiuta un’opportunità lavorativa perde il beneficio. Vengono invece sostenute le persone con corsi di formazione per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro e sono previsti bonus per i datori di lavoro che assumono gli occupabili con contratti a tempo indeterminato». In particolare Donazzan sottolinea l’importanza dell’attenzione e del sostegno che viene dato ai nuclei familiari con fragilità. «L’introduzione dell’Assegno di inclusione è destinata ai nuclei familiari con situazioni di fragilità, che hanno tra i componenti disabili, Over 60 o con minori – conclude l'assessore -. In tal modo si mette al centro la famiglia, dando sostegno a chi ne ha effettivamente bisogno, in special mondo chi si trova in situazioni di difficoltà e povertà».

Decreto Lavoro

Una sostanziale apertura di credito arriva poi dal presidente di Confcommercio Veneto, Patrizio Bertin, nei confronti delle misure varate dal Governo, sulle quali dichiara: «Il governo deve fare il suo lavoro e si è assunto le responsabilità scritte nel decreto. Quando si prende una decisione, saranno poi i fatti a dire se va bene o se va rivista. Una cosa è certa: detassare e sburocratizzare sono provvedimenti indispensabili per dare ossigeno alle imprese, che vanno sostenute in concreto, perché il lavoro non si crea per decreto, ma con lo sviluppo economico».

A tenere banco è, in particolare, il tema del cuneo fiscale, sul quale il ministro del Lavoro ha manifestato l’auspicio che possa estendersi anche oltre il termine del 31 dicembre prossimo. «Non c’è altra strada per dare più soldi in busta paga ai lavoratori -sottolinea Bertin -. Solo aumentando il potere d’acquisto della moneta potremmo fronteggiare l’inflazione che, notizia di oggi, è tornata a salire sia rispetto a marzo, +0,7%, che rispetto aprile dell’anno scorso, +8,3%. Così potremmo rilanciare i consumi che da troppo tempo sono contratti per le ragioni che tutti conosciamo - conclude il presidente Bertin -. Sarà fondamentale continuare nel 2024 l’azione intrapresa. Basta con i provvedimenti a spot, serve una strategia e una programmazione di lungo respiro».

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