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Attualità Sant'Antonino / Piazzale dell'Ospedale

Sciopero medici, 90 assenze nell'Ulss 2: «Disagi a Treviso, Conegliano e Montebelluna»

Martedì 5 dicembre la mobilitazione nazionale di medici, dirigenti sanitari e infermieri: a Treviso solo urgenze nei reparti di Chirurgia vascolare e Ginecologia, visite rinviate anche in provincia. Il direttore generale Benazzi: «Adesione al 10,5%»

Adesione nazionale dell'85% allo sciopero dei medici e degli infermieri di oggi, martedì 5 dicembre. A renderlo noto i sindacati che hanno proclamato la protesta: Cimo Fesmed, il maggiore dei sindacati degli ospedalieri Anaao Assomed e il sindacato infermieri Nursing Up.

La mobilitazione ha avuto inevitabili ripercussioni anche nell'Ulss 2 - Marca trevigiana. Secondo i dati riportati dal direttore generale Francesco Benazzi: «Sono 90 i medici che hanno scioperato martedì in tutta la provincia di Treviso per una percentuale del 10,5% di adesione, di gran lunga inferiore alla media nazionale ma in linea con quello che era stato l'ultimo sciopero dei medici quando 80 dottori avevano aderito alla protesta». La percentuale si abbassa ancora di più se si considera solo il numero di infermieri che hanno aderito allo sciopero, l'1,67% in tutta l'Ulss 2. Nonostante le percentuali basse di adesione i disagi, seppur lievi, non sono mancati. A Treviso i reparti di Chirurgia vascolare e Ginecologia si sono fermati facendo solo interventi d'urgenza. Sciopero totale del personale di laboratorio, mentre le visite ordinarie sono state rimandate nei reparti di Neurologia e Medicina all'ospedale di Conegliano. Sciopero anche tra il personale ospedaliero del San Valentino di Montebelluna. La mobilitazione andrà avanti fino alla mezzanotte di oggi. Cinquanta i medici del Comparto Ulss 2 che hanno incrociato le braccia (per una percentuale dell'1,77%, 3 i dipendenti della dirigenza Spta non in servizio per un'adesione del 2,03%. 

Il commento

«La politica ascolti il grido di protesta di medici e infermieri che oggi scioperano contro la manovra del governo Meloni. L'adesione nazionale, oltre l'85%, è un dato enorme considerato che anche il recente sciopero generale proclamato dalla Cgil ha raggiunto le punte più elevate proprio nel servizio sanitario». Così Erika Baldin, consigliera regionale e presidente del MoVimento 5 Stelle a Palazzo Ferro Fini, che si schiera «senza se e senza ma, dalla parte di medici e infermieri».

«Meloni sostiene di aumentare il fondo sanitario nazionale, che in realtà diminuisce se rapportato al Pil? Mi ricorda Zaia quando nega che le politiche regionali abbiano favorito il diffondersi della sanità privata. La verità, in entrambi i casi, è che la destra al governo ha prodotto soltanto tagli», osserva Baldin. «La protesta di medici e infermieri è sacrosanta. Le condizioni di lavoro all'interno degli ospedali sono peggiorate nel corso del tempo, con il risultato che conosciamo: la fuga dei medici dal pubblico verso il privato. Dal Pnrr sono arrivate le risorse per gli investimenti in sanità, un governo lungimirante dovrebbe accompagnare questo processo con nuove assunzioni e politiche che valorizzino il lavoro dei professionisti che scelgono di lavorare nel servizio sanitario nazionale. Invece Meloni cosa fa? Taglia le pensioni e non rinnova i contratti: continuare così significa spianare la strada al privato e trasformare la salute in un lusso per chi se lo può permettere» conclude Baldin.

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