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Lo spazioporto intergalattico? Nella Marca, ovviamente

Il testamento degli Arcadi calca la scena della libreria Lovat sorprendendo il pubblico trevigiano tra suggestioni audiovisuali e un approccio musicale fortemente influenzato dalla fantascienza anni '70

Il testamento degli Arcadi, collettivo artistico molto conosciuto nell'underground della musica sperimentale, ha presentato sabato 24 settembre alla libreria Lovat di Villorba, il suo omonimo Lp in vinile, che segue il disco già edito da Lizard. L'ensamble, che fin dalla nascita nel 2019 ha scelto una traiettoria artistica "decisamente fuori dagli schemi", ha ispirato la sua produzione alla serie fantascientifica "Spazio 1999": uno dei cult del genere sbarcato sulla tv pubblica italiana sul finire degli anni '70.

GLI INGREDIENTI
Musica, elaborazioni sonore, suggestioni a 360 gradi, intessiture grafiche ed audiovisuali sono alcuni degli ingredienti di un mélange che per la sua stessa natura «rifugge» da una semplice definizione: natura che poi è «il dato quintessenziale» di questo assortito gruppo di artisti. Nordest (dove «la proposta viene inizialmente elaborata»), «Italia centrale e Italia del Sud» sono i luoghi di provenienza geografica degli animatori e delle animatrici di un progetto che non si limita a riproporre «pedissequamente» la cifra dell'avanguardia degli anni Sessanta e Settanta: «molto più complesso» infatti è il dato della origine culturale ed artistica «degli straordinari componenti di questo collettivo che meriterebbe da sola una trattazione ad hoc», hanno fatto sapere gli organizzatori dell'evento curato dalla Moving records.

«FIUME CARSICO»
In realtà il lavoro presentato ieri a Villorba è parte «profonda» di quel «fiume carsico» mai prosciugato che attorno al concetto di dissonanza (materializzatosi nei compositori europei in primis tra fine Ottocento e primi Novecento) ha incontrato prima la dodecafonia e poi altri generi fino all'avvento dell'elettronica analogica fatta di riverberi, oscillatori, modulatori e «mille altre diavolerie» che poi attorno agli anni '80 hanno cominciato a dialogare anche con la computer music. Questo nuovo apparato sintattico ad un certo momento era divenuto maturo per «una sorta di salto iperspaziale». Un ambito espressivo ed emotivo in cui i musicisti hanno cominciato «a riporre una importanza cruciale non solo nell'aspetto melodico ma anche nella scelta nonché nel concepimento del timbro sonoro adoperato in un dato frangente».

A quel punto quella medesima tavolozza si è espansa a tal punto da trascendere «il solo» aspetto musicale. Tanto che negli anni diverse produzioni hanno finito per contaminarsi nei modi più disparati. Il che, mutatis mutandis, è capitato pure al rapporto «tra artista fruitore dell'opera». Ed è proprio «in questo solco che si colloca il lavoro del Testamento degli arcadi» spiega Pierpaolo Lamanna uno degli ideatori del progetto.

IL PARTERRE
«La particolarità della serata è che su questo palco il collettivo si è esibito per la prima volta» ha spiegato lo stesso Lamanna davanti ad un cinquantina di persone le quali hanno riempito il parterre eventi allestito alla Lovat. Un pubblico «che si ipnotizza» e che al contempo «partecipa» ad uno show che non è solo performance ma anche «narrazione e interlocuzione con l'auditorio». Ai taccuini di Vicenzatoday.it Lamanna ha anche lanciato un messaggio ai giovanissimi che muovono i primi passi nel mondo della musica sia come ascoltatori che eventualmente come soggetti attivi.

«NON AVERE PAURA DELLA COMPLESSITÀ»
«Il mondo - sottolinea Lamanna - è un ambiente altamente complesso nonostante nella fruizione dell'arte oggi il mercato prediliga la semplificazione ad ogni costo. Semplificazione che in qualche modo è figlia anche della facilità di accesso a qualsiasi tipo di contenuto. In passato la difficoltà nell'accesso ai contenuti, nonché le difficoltà intrinseche tipiche dello studio e della ricerca, hanno prodotto, tra le altre, sperimentazione e nuovi linguaggi di altissimo spessore. Non avere paura della complessità, aprirsi alla curiosità, cimentarsi con le proprie capacità cercando di guardare lontano, sono per di più alcune delle condizioni imprescindibili perché il mondo possa tentare di uscire dalla impasse degli anni travagliati che stiamo vivendo». Alla fine dell'esibizione tra gli spettatori «provati ma soddisfatti» in un mix «di ironia e entusiasmo» il refrain circolato a mezza bocca era più o meno lo stesso: «Il nuovo spazioporto intergalattico? Nella Marca ovviamente».

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