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Graduatorie alloggi popolari: un'altra scelta discriminatoria, un altro ritorno al passato

L'opinione di Luigi Calesso, di Coalizione Civica

Sul punteggio per l’assegnazione degli alloggi popolari arriva dalla Giunta l'ennesimo misura discriminatoria destinata unicamente a gettare altro fumo negli occhi perché non si discuta dei tanti problemi non affrontati della città (inquinamento, disagio sociale...), a fare del “prima i trevigiani” la cortina dietro cui nascondere l’inadeguatezza dell’attuale governo cittadino, a farci tornare ad un passato (quello delle giunte Gentilini-Gobbo) che molti trevigiani non rimpiangono fatto. L'obiettivo, ovviamente, sono ancora una volta i diversi, stranieri e rom, che sarebbero stati favoriti dall'amministrazione di centrosinistra nell'assegnazione degli alloggi popolari.

In realtà, le modifiche apportate dall'amministrazione Manildo al regolamento del punteggio per l'assegnazione degli alloggi popolari rispondono alla scelta di dare risposta al crescente bisogno di alloggi da parte di persone e famiglie che non hanno la possibilità di rivolgersi al mercato dell'acquisto o della locazione degli immobili. Le modifiche hanno adeguato il regolamento alle modifiche intervenute nella composizione sociale della nostra città con l'obiettivo (per quanto di competenza dell'amministrazione comunale) che ad ottenere l'alloggio popolare siano coloro che ne hanno effettivamente bisogno, senza discriminazioni di alcun tipo, siano esse di razza o di orientamento sessuale.

Ricordiamo che nel regolamento precedente, voluto dalle amministrazioni leghiste, ben 14 punti dei 32 che formano il totale del punteggio attribuibile potevano essere assegnati unicamente ai richiedenti “che siano residenti nella Provincia di Treviso da almeno venticinque anni alla data di scadenza del bando di E.R.P.”. L’attribuzione di metà del punteggio solo a chi risponde a questo requisito di residenza si configurava oggettivamente come una discriminazione nei confronti dei cittadini stranieri residenti nel territorio comunale ed in possesso degli altri requisiti previsti per accedere ai bandi E.R.P. ma che venivano gravemente danneggiati nell’attribuzione del punteggio perché residenti in Italia, nella stragrande maggioranza dei casi, da meno di 25 anni. Ma era anche una norma che svantaggiava le giovani coppie “italiane” che si trasferiscono da una parte all’altra d’Italia e, ancora più banalmente, da una provincia all’altra del Veneto.

Il ritorno dell’attuale amministrazione al requisito dei 25 anni di residenza in provincia per ottenere una parte cospicua del punteggio rappresenta, quindi, una decisione discriminatoria da un lato e di del tutto irragionevole dall’altro perché – oltre a riportare in condizioni di diseguaglianza i lavoratori stranieri e le loro famiglie – crea  uno svantaggio difficilmente colmabile anche per le tante coppie e famiglie che si trasferiscono da una parte all’altro d’Italia, fenomeno in costante crescita negli ultimi decenni. Si tratta di una scelta che fa ripiombare la città in quell’arretratezza culturale, in quella incapacità di interpretare i fenomeni demografici e sociali del nostro tempo a cui già l’avevano costretta le precedenti amministrazioni leghiste sia per quanto riguarda l’atteggiamento nei confronti degli stranieri che la concezione anacronistica delle dinamiche sociali. 

Per quanto riguarda i supposti "regali agli zingari" che si farebbero con le modifiche al regolamento va ricordato, a scanso di equivoci, che durante le amministrazioni leghiste persone di etnia rom hanno ottenuto l'alloggio popolare in via Bindoni, via Piavesella, e via Da Milano, dove sono stati trasferiti gli sgomberati dal campo al villaggio Gescal e che la concentrazione di rom e sinti in via Bindoni è proprio l'effetto delle scelte compiute dalle giunte leghiste. L’amministrazione leghista vuole che ci siano più risposte alle esigenze abitative? Investa risorse importanti nella ristrutturazione degli alloggi popolari di proprietà del Comune a differenza di quanto hanno fatto le precedenti amministrazioni leghiste: le risposte all'emergenza casa si danno così, aumentando la disponibilità di case popolari, non discriminando qualcuno a favore di altri.

Gigi Calesso

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