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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Crisi idrica, le ultime piogge fanno respirare la Marca

Boccata d'ossigeno per il lago del Mis, il lago di Santa Croce e il lago di Pieve di Cadore

Tra il 18 ed il 19 agosto finalmente un po’ di pioggia, tra i 20 ed i 40 mm sull’intero comprensorio con valori inferiori sulla parte meridionale. Non molto in realtà, ma sono stati sufficienti per togliere l’affanno della corsa all’ultima irrigazione alle colture ormai prossime alla maturazione: vigneti, in primis, poi seminativi di seconda semina, specialmente la soia.

Una piccola boccata di ossigeno per i laghi montani, anche se in realtà solo il lago del Mis ha mostrato un recupero sensibile in termini di livello, circa 1 m in tre giorni, ma, complice il bel tempo successivo, l’incremento sta già rallentando. Il suo riempimento è tuttavia ancora molto basso, pari al 35% del totale. Meglio per il lago di Santa Croce, il cui volume si attesta sul 58% del totale mentre il lago di Pieve di Cadore è quello che ha avuto un maggior riempimento, oggi del 75%.

Per il Presidente del Consorzio Piave, Amedeo Gerolimetto, che durante questa lunga estate, insieme all’Amministrazione e ai tecnici del Consorzio, ha monitorato quotidianamente l’andamento climatico, la disponibilità irrigua in tutto il comprensorio, è tempo di provare a trarre delle conclusioni sull’andamento della stagione. Con cautela perché le previsioni metereologiche lasciano pensare che la “siccità” perdurerà nonostante l’approssimarsi della fine dell’estate. «Aver garantito i fabbisogni irrigui ed essere giunti quasi alla fine di una stagione irrigua climaticamente così difficile mantenendo volumi invasati nei laghi superiori complessivamente al 50% (esattamente il 54,1 %) lo considero un successo, constatato che nel 2003, in situazioni climatiche analoghe, si è giunti al loro quasi totale svuotamento» dichiara il presidente del Consorzio Piave Amedeo Gerolimetto «Ma con un costo molto alto, perché immediatamente si spalanca davanti a noi un’amara realtà: il fabbisogno continuo d’acqua, non intervallato da nessuna tregua meteorologica (da metà maggio le prima piogge consistenti si sono avute il 18 agosto) ha comportato il funzionamento pressoché continuo a pieno regime di tutti gli impianti pluvirrigui per due mesi, giorno e notte, 24h su 24h. I consumi, già aumentati per questo motivo del 30% rispetto allo scorso anno, in combinazione con un aumento spropositato dei costi dell’energia, hanno fatto lievitare la sola bolletta di luglio a 2.267.000 €, più di tre volte tanto rispetto a quanto valeva l’anno scorso ovvero 703.500 €. Siamo riusciti a garantire l’acqua, però metterla in pressione nelle tubazioni è costato 3 volte tanto rispetto allo scorso anno, le stesse proporzioni che si sperimentano nella bolletta di casa. Come se non bastasse la produzione di energia idroelettrica, vera fonte di ricavi che compensano il costo del pompaggio, si è drasticamente ridotta, causa mancanza d’acqua. Si stima un calo annuale del 30%, pari ad un importo lordo di circa 900.000 € che verranno a mancare dalle entrate del bilancio 2022.Stiamo verificando il da farsi ma credo che in assenza di iniziative regionali o statali, sarà inevitabile dover chiedere un ulteriore contributo a tutti gli utilizzatori».

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