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Giornata Mondiale del Volontariato: l’appello di Volontarinsieme

La presidente Anna Corò: «Volontari, istituzioni e imprenditori unitevi e lavoriamo insieme»

In occasione della Giornata Mondiale del Volontariato, che si celebra ogni anno il 5 dicembre, la presidente di Volontarinsieme Anna Corò lancia un invito alle istituzioni territoriali a tutti i livelli perché vi sia una vera collaborazione tra mondo del volontariato, della politica e imprenditoriale in modo da rendere sostenibile la solidarietà come impegno di cittadinanza per il bene comune. E, al tempo stesso, rinnova l’appello per nuove adesioni di volontari che aiutino a mantenere il sistema di alcuni servizi di utilità sociale già consolidati nei Comuni della Marca e per portare vento innovativo capace di idee e risposte. Volontarinsieme è la più grande rete di associazioni di volontariato del territorio trevigiano, che raccoglie oltre 330 tra associazioni, gruppi ed esperienze di solidarietà, per un totale di 89mila soci e 9.300 volontarie e volontari impegnati ogni giorno sul campo. Numeri che fanno di Volontarinsieme un osservatore privilegiato delle dinamiche della società.

«Da sempre il mondo del volontariato è per definizione un attento ascoltatore del territorio e dei suoi bisogni, per portare in evidenza le situazioni di fragilità, specie in quella parte della società che più fa fatica a farsi ascoltare, e darne risposta». Racconta Anna Corò, presidente di Volontarinsieme. “Le esigenze che emergono dal nostro punto di osservazione sono tante e così strettamente concatenate che spesso risulta difficile definirle con precisione. Si va dai bisogni di relazione – con situazioni di solitudine in grandissimo aumento, così come i casi di depressione, in tutte le fasce di età della popolazione, dagli adolescenti agli anziani – a quelli di servizi veri e propri, per far fronte a situazioni di povertà, più o meno gravi. Penso alla necessità di coordinare in modo più strategico e capillare il prezioso lavoro degli empori solidari e delle collette alimentari, così come è fondamentale gestire, attraverso un’unica cabina di regia, tutta la partita del trasporto sociale, evitando inutili dispersioni di energie e risorse che compromettono la qualità del servizio stesso e lo sforzo economico messo in campo».

E sempre sul fronte della povertà in aumento, emerge forte anche il problema dell’abitare, con un mercato immobiliare pressoché immobile e spesso inaccessibile a una parte di cittadini in situazione di fragilità. «Su questa emergenza, ma anche per altre problematiche emerse, serve uno sforzo concreto non solo da parte delle istituzioni, ma anche del mondo imprenditoriale, in una comunione di intenti che possa dare reale risposta ai bisogni della comunità, anche in virtù della prossima riforma degli Ambiti Territoriali Sociali. Il nostro dialogo con le istituzioni rimane aperto, ma i fatti dimostrano che solo attraverso una reale collaborazione tra tutti i soggetti, pubblici, privati e del Terzo Settore, si raggiungono gli obiettivi preposti. Il volontariato rappresenta sì la forza propulsiva della società, ma senza una condivisione di propositi, risorse e procedure, può andare davvero poco lontano».

Molto ci sarebbe poi da dire anche sullo spinoso tema della riforma del Terzo Settore che, pur con le migliori intenzioni, ha in realtà creato una serie di cortocircuiti, primo fra tutti il ridimensionamento del ruolo di advocacy del volontariato, così come l’introduzione del Runts, il Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, il cui complesso procedimento di iscrizione rappresenta uno scoglio per le organizzazioni meno strutturate. «Volontarinsieme svolge un ruolo fondamentale mantenendo un legame con tutte le realtà associative, iscritte e non, e il loro territorio in maniera di poter evidenziare le parti più fragili della comunità».

Va sottolineato infine come i volontari singoli rappresentino una risorsa per il sistema con una conseguenza lampante: a loro si affidano quei servizi che il pubblico non riesce a coprire, trattandoli di fatto come manodopera a costo zero e snaturando completamente il senso stesso del volontariato. «Ecco perché è importante che le tante realtà del volontariato decidano di unirsi in rete: non solo per aumentare la visibilità nella rappresentanza ma anche per potersi dedicare con maggiore energia alle proprie e specifiche mission. Ed è proprio qui che Volontarinsieme entra in campo: per unire e mantenere viva l’identità del volontariato».

Infine il tema caldo dell’immigrazione, che il volontariato trevigiano si dichiara pronto ad affrontare: «Molte associazioni sentono la necessità di unirsi per meglio evidenziare la dimensione sociale del fenomeno dell’immigrazione, che rimane la parte più complessa della questione, non solo dal punto di vista della povertà e dell’inclusione, ma soprattutto dell’incontro culturale. Il divario linguistico rimane un gap decisivo anche per le seconde generazioni che va direttamente ad influire su una ritardata costruzione di una società più competitiva economicamente e più equa socialmente».

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