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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Cison di Valmarino

Rissa di Tovena, assolti Alberto e Francesco Stella

I due erano accusati, insieme ad altre nove persone, di aver provocato la baraonda al di fuori del "Bacaro" la sera seguente al passaggio della corrovana del Giro d'Italia nel 2021. In quella occasione perse la vita Alessandro Sartor, che faceva il cameriere nel locale, stroncato da un attacco cardiaco

Non sono emersi elementi schiaccianti contro nessuno, né da filmati né dalle testimonianze. E i fratelli Alberto e Francesco Stella, di 36 e 30 anni, insieme agli altri 9 co-imputati, sono stati assolti dall'accusa di rissa. Si conclude così il processo per i fatti che si consumarono nella notte tra il 30 e 31 maggio del 2021 a Tovena, frazione di Cison di Valmarino quando al di fuori della taverna "Il Bacaro" sarebbe scoppiata una furibonda rissa nel corso della quale aveva perduto la vita il 45enne Alessandro Sartor, che quella sera faceva il cameriere per il locale.Il giudice Umberto Donà non ha rilevato che dal procedimento sia uscite prove certe , quindi gli undici (con gli Stella, difesi dall'avvocato Danilo Riponti, era finiti sul banco degli accusati Luca Viviani, 31enne di Sernaglia della Battaglia e Mattia Grava, 32enne  di Conegliano - difesi dagli avvocati Loris Moschetta e David De Vallier -  Mattia Moschetta, 23enne di Farra di Soligo - difeso dall'avvocato Chiara Tartari -  Gianluca Dorigo, 35enne di Conegliano - difeso dall'avvocato Stefano Trubian -  Federico D'Agostin, 27enne di Cison di Valmarino - difeso dall'avvocato Luigi Fadalti -  Samuele D'Agostin, 27enne di Cison di Valmarino - difeso dall'avvocato Massimiliano Paniz -  Alessio Dorigo, 29enne di Cison di Valmarino - difeso dall'avvocato Mauro Crocetta - , e Alberto Marostica, 34enne di Follina, difeso dall'avvocato Giovanni Adami) hanno lasciato il Tribunale da uomini liberi. La pubblica accusa aveva chiesto per tutti una assoluzione in quanto non sarebbe stata raggiunta la prova.

Quella notte, qualche ora dopo il passaggio della carovana rosa del Giro d'Italia, secondo le indagini Alberto e Francesco Stella sarebbero giunti sul posto con amici e si sarebbero messi a litigare con Luca D’Agostin, che insieme al fratello Pierpaolo gestisce l’osteria, per il prezzo di un giro di gin tonic ritenuto troppo alto. La discussione, complice qualche bicchiere di troppo già bevuto, si sarebbe accesa al punto che il barman avrebbe chiesto loro di uscire. Così sarebbero partiti i primi insulti e gli spintoni, continuati fuori dal locale, dove il resto della comitiva è andato a dare manforte. E in pochi istanti nella piazza si sarebbe scatenata la rissa che ha coinvolto anche un altro gruppo avventori, tra urla, calci e pugni. Francesco Stella avrebbe lasciato la piazza del paese a bordo di un Suv dell'Audi. La macchina e il 29enne sarebbero stati trovati circa un'ora e mezzo dopo all'interno di una malga in cima al vicino Passo San Boldo. L'altra accusa che riguardava il fratello Alberto, indagato per lesioni personali, era caduta per ritiro della querela.

L'esame post mortem effettuato su Sartor aveva escluso che l'uomo fosse deceduto in seguito ai colpi che avrebbe subito. Secondo il consulente della Procura Alberto Furlanetto le condizioni di salute del barista, che soffriva da tempo di una grave patologia cardiaca, potrebbero aver fatto sì che l'infarto sia sopraggiunto per "un forte stress emozionale" o un "picco emotivo". L'esame aveva anche scartato l'ipotesi che il 45enne, come invece era stato riportato da alcuni testimoni, fosse stato colpito alla nuca dal più giovane dei fratelli Stella, stramazzando poi al suolo come conseguenza del pugno dato alle spalle. Alberto e Francesco Stella erano stati inizialmente indagati per omicidio preterintenzionale ma questa accusa era caduta nel corso delle indagini.

Per i due è quindi finito un incubo. «La vicenda e la dolorosa morte del povero Alessandro Sartor - aveva detto il loro avvocato - ha lasciato cicatrici profonde nei miei assistiti, che per due anni hanno sopportato insulti sui social, anche rivolti ai loro familiari, essendo però completamente innocenti».

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