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Cronaca Casier

Cartoleria, scoperte quattro aziende "apri e chiudi": evasione da 1,3 milioni di euro

Inchiesta della Guardia di Finanza di Treviso. Le imprese, tutte amministrate da persone legate da vincoli di parentela, hanno tutte operato per circa 2 anni, succedendosi nel tempo e trasferendo dall’una all’altra il personale dipendente, i beni strumentali, i contratti d’appalto e ogni rapporto commerciale con clienti e fornitori

Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso hanno concluso un’operazione di polizia giudiziaria, ribattezzata “Bosco di carta”, individuando a Casier, quattro società cosiddette “apri e chiudi”, attive nel commercio all’ingrosso di articoli di cartoleria, che, dal 2016 al 2020, hanno omesso di dichiarare una base imponibile di 2,5 milioni di euro, per un’evasione di imposte, tra Irpef e Iva, pari a 1,3 milioni di euro.

I tre amministratori italiani delle imprese, una 70enne, il cognato 65enne ed un nipote 35enne, oltre a svolgere attività cartotecniche, prestavano anche servizi di consulenza ed elaborazione grafica e pubblicitaria di immagini, sono stati segnalati alla locale Procura della Repubblica, a vario titolo, per i reati tributari di omessa e infedele dichiarazione. Le indagini dei finanzieri del Gruppo Treviso, nate dall’approfondimento di alcune segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio, da cui emergeva un anomalo e cospicuo ricorso a prelievi e versamenti di denaro contante, hanno permesso di accertare come le imprese, tutte amministrate da persone legate da vincoli di parentela, abbiano esercitato le loro attività economiche per un ristretto lasso temporale (circa 2 anni), succedendosi nel tempo e trasferendo dall’una all’altra il personale dipendente, i beni strumentali, i contratti d’appalto in corso di esecuzione e ogni altro rapporto commerciale con clienti e fornitori.

Si tratta di vere e proprie imprese “apri e chiudi” che, dopo essere divenute insolventi con l’Amministrazione Finanziaria, hanno “passato il testimone” alla successiva impresa costituita ad hoc, che ha continuato a operare sempre nello stesso luogo, con gli stessi clienti e fornitori, cambiando solo la denominazione e la partita IVA. L’operazione della Guardia di Finanza di Treviso ha avuto il fine di colpire il comportamento di chi agisce nel mercato in modo sleale, a beneficio degli operatori economici onesti e rispettosi delle regole: il sistematico ricorso a imprese “di comodo”, costituite una dopo l’altra per favorire l’evasione fiscale, consente infatti di applicare prezzi altamente competitivi, in danno delle imprese che rispettano la legge, costrette a sostenere costi maggiori.

«Prima di tutto ringraziamo la Guardia di Finanza che ha scoperto, questa volta nel Trevigiano, un’evasione fiscale pari a 1,3 milioni di euro» ha commentato Gian Luca Fraioli, coordinatore della Uil Veneto Treviso «In secondo luogo, come sindacato, evidenziamo ancora una volta che l’evasione fiscale va contrastata e fermata perché a causa di questa piaga i servizi, come quelli sanitari, sono sostenuti sempre e soprattutto da lavoratori dipendenti e pensionati, con una tassazione che è ormai diventata insostenibile. Non è possibile che ci siano cittadini di serie A e cittadini di serie B: quest’ultimi relegati a tener saldo un sistema che, badate bene, sta scricchiolando e non è detto che regga ancora per molto. Per un Veneto giusto, quello a cui aspira la Uil Veneto, tutti devono fare la propria parte e per farlo c’è bisogno di far squadra senza diseguaglianze».

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