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Addio a Michele Malenotti, lettera di Schwarzenegger alla famiglia: «Per voi ci sarò sempre»

Mercoledì 27 marzo, nella chiesa di San Francesco, l'ultimo saluto all'imprenditore trevigiano morto a 42 anni in un incidente stradale. Il figlio Ignazio alla mamma e ai fratelli: «Mi prenderò cura di voi, grazie papà per averci reso persone migliori»

Chiesa di San Francesco gremita per l'ultimo addio a Michele Malenotti, l'imprenditore trevigiano di 42 anni mancato all'affetto dei suoi cari nella notte tra venerdì 22 e sabato 23 marzo a causa di un incidente stradale avvenuto mentre era alla guida del suo scooter a Scorzè, nel Veneziano.

Nel pomeriggio di oggi, 27 marzo, si è tenuto il funerale in forma privata con amici e colleghi stretti in un grande abbraccio collettivo intorno alla moglie Alessandra e ai sei figli di Malenotti. Tra i volti noti presenti in chiesa quello di Paolo Berlusconi e dell'imprenditore Ermanno Boffa, marito di Sabrina Benetton. Una cerimonia intima e composta, in cui Padre Enzo Piovesan ha ricordato così Malenotti: «Ognuno di noi qui presenti oggi ha avuto un rapporto speciale con Michele. Un silenzio rispettoso sarebbe meglio di tanti discorsi, per questo voglio ricordare Michele con due parole: casa e via. La prima parola, casa, è simbolo delle relazioni significative ed edificanti che Michele ha saputo costruire nella sua vita, partendo dal rapporto con i genitori fino a quello con la moglie Alessandra da cui sono nati i loro sei fantastici figli. La seconda parola, via, significa cammino, dinamismo e movimento. Michele ha viaggiato tantissimo, sia geograficamente che esistenzialmente: sapeva sempre guardare oltre, aveva una passione per l'impossibile che lo ha portato lontano. La chiesa di San Francesco, in cui ci troviamo, ha un soffitto a carena di nave, una nave dentro cui ci troviamo dentro tutti in questo viaggio affascinante e misterioso chiamato vita. Oggi vogliamo raccogliere il testimone di Michele per portarlo avanti e arricchirlo con la nostra presenza. La vita è una catena in cui noi siamo solo piccoli anelli, ma stupendi e indispensabili. Salutiamoci allora ricordando l'esempio che Michele ha lasciato: pieno di speranza, fiducia, amore e passione nel lavoro, nella famiglia e nei rapporti umani».

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Le parole del figlio Ignazio

Il momento più toccante della cerimonia è però arrivato quando il figlio primogenito di Malenotti, Ignazio, ha preso la parola: «Caro papà, la vicinanza collettiva che abbiamo ricevuto in questi giorni è la prova concreta della straordinaria persona che eri. Oggi però non mi trovo qui per descriverti ma per parlare alla mia famiglia: mamma, sei la donna più in gamba e forte che io conosca. Su di me dovrai e potrai sempre contare. Sono pronto ad affrontare insieme a te tutti gli ostacoli che ci attendono. Fratellini miei, siete la mia vita: papà non ci ha mai fatto mancare nulla e, fino all'ultimo respiro, sarà mia responsabilità fare lo stesso. Per voi non smetterò mai di combattere. Famiglia, vi voglio bene. Adesso ci sono io per voi. Papà ti vogliamo bene, avrai per sempre un posto nei nostri cuori».

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La lettera di Arnold Schwarzenegger

Ignazio Malenotti, nel suo discorso, ha letto anche la lettera che l'attore ed ex governatore della California, Arnold Schwarzenegger, ha scritto ai familiari dell'imprenditore 42enne, suo caro amico. «Ho incontrato Michele quando stavo girando il film "Terminator". Il reparto costumi non riusciva a trovare un abito adatto al personaggio fino a quando non hanno scoperto il nome di questo designer italiano che aveva realizzato una giacca perfetta per il ruolo e per il film. Michele era un visionario e il suo lavoro era il migliore al Mondo. Un'anima speciale, dedito incredibilmente alla sua famiglia. Parlava sempre dei suoi figli e di quanto era orgoglioso di loro. Da quell'esperienza siamo diventati grandissimi amici, abbiamo viaggiato insieme in molte parti del Mondo. La sua generosità è stata una sua costante: ha donato un'infinità di giacche in beneficenza. Mi considero fortunato ad averlo conosciuto. Oggi non ci sono parole che possano alleviare il dolore di una perdita così grande ma, alla sua famiglia, voglio dire che per loro io ci sarò sempre».

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