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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Mogliano Veneto

Bambino tolto agli affidatari, denunciata la presidente del Tribunale dei minori di Venezia

La coppia, residente a Mogliano, accusa la dottoressa Maria Teresa Rossi di diffamazione. Nel corso di una audizione di fronte alla Commissione parlamentare sugli affidi avrebbe affermato che i coniugi sono stati oggetto di una indagine, poi archiviata, per maltrattamenti nel confronti del piccolo, di soli 9 anni. Inoltre avrebbe detto che la signora sarebbe stata protagonista di alcuni tentativi di suicidio

Svolta a sorpresa nella vicenda che riguarda il piccolo, di soli 9 anni, strappato un anno fa agli affidatari e collocato da un provvedimento del giudici minorili di Venezia presso una comunità alloggio nel coneglianese. Dopo aver denunciato i vertici dei servizi socio-assistenziali della Ulss 2, autori della relazione arrivata al Tribunale e accusati di abuso in atti d’ufficio, falso ideologico in atto pubblico, omissione di atti d’ufficio e minaccia,  e la suora coordinatrice della scuola elementare paritaria che avrebbe fatto partire tutto con una segnazione, la famiglia che aveva in affidamento bambino ha presentato oggi 29 agosto a Roma (Procura competente), una terza querela, questa volta carico della presidente del Tribunale di Minori, la dottoressa Maria Teresa Rossi. Il reato ipotizzato è quello di diffamazione.

Secondo la coppia, residente a Mogliano Veneto, la Rossi avrebbe offeso la loro reputazione nel corso dell'audizione di fronte alla Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività connesse alla comunità che accolgono i minori, avvenuta lo scorso 12 luglio, sostenendo che a carico dei due coniugi ci sarebbe stato un fascicolo d'indagine, aperto nel 2018 e conclusosi comunque con l'archiviazione, per maltrattamenti. Non solo: la presidente del Tribunale dei minori avrebbe sostenuto che la "madre" affidataria ha commesso per ben tre volte dei tentativi di suicidio.

«Le frasi della dottoressa Rossi - è il commentato di Giovanni Bonotto, legale della coppia - non solo sono del tutto scoordinate dalla realtà ma hanno il chiaro intento di far passare i miei clienti come dei matti e delle persone totalmente inadeguate al ruolo di genitori. Gli effetti di discredito gettati su di loro è notevole e inaccettabile, tanto più che quelle parole sono state pronunciate di fronte ai ben quaranta della Repubblica».

Bonotto ha spiegato che i nomi di marito e moglie non sarebbero in realtà "noti alla Procura di Treviso" se non come parti offese nei due procedimenti contro la Ulss e la suora coordinatrice della scuola. «Quel fascicolo non esiste perchè non è mai stato aperto. Vero è che il bambino (affetto dalla sindrome Adhd, un disordine dello sviluppo neuro psichico caratterizzato da iperattività, impulsività, incapacità a concentrarsi e che si manifesta generalmente prima dei sette anni d'età) nel 2018 era stato "notato" per numerosi lividi che aveva sul corpo ma una relazione dell'assistente sociale della stessa Usl aveva stabilito che gli affidatari non avessero nulla a che fare con quelle botte e suggerì anzi di cambiare scuola d'infanzia perchè quella frequentata dal piccolo non era all'altezza dei suoi bisogni. Per quanto rigurda i presunti suicidi, quello a cui si riferisce la dottoressa Rossi sono delle mere annotazioni delle forze dell'ordine risalenti al 2011 e che avevano come oggetto delle segnalazioni fatte ai Carabinieri dalla famiglia d'origine della donna quando questa viveva una periodo di forte stress a causa di manifestazioni di mobbing sul posto di lavoro. Era una "difficoltà" che non c'entrava nulla con tentativi di autolesionismo».

La coppia, ritenuta non all'altezza di occuparsi del bambino dopo quattro anni di affidamento, sta comunque affrontando ancora il percorso che dovrebbe stabilire la loro capacità ad essere genitori in relazione alla domanda di adozione presentata nel novembre del 2020. Per questo il piccolo, a cui i servizi socio sanitari avrebbero già trovato una famiglia con cui re-iniziare l'affidamento, sarebbe ancora nella comunità dove è stato collocato e da dove gli sono impediti, dal giugno scorso,  tutti i contatti con la coppia di Mogliano.       

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