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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Montebelluna

Pianta una freccetta sulla tempia dell'amico, cosa dice la denuncia per abusi sessuali

Il 30 giugno del 2022 un minorenne avrebbe aggredito un ragazzo 21enne come ritorsione per una tentata violenza subita undici anni fa. Nelle querela presentata dalla madre si racconta tutto quello che il giovane, 6 anni all'epoca, avrebbe subito

«Non c'è mai stato nessun abuso, quelle rivolte contro il mio assistito sono accuse gravissime e false». Così l'avvocato del 21enne che il 30 giugno dell'anno scorso, a Montebelluna, fu colpito alla tempia con una freccetta da competizione da un minorenne che, sentito lunedì scorso dalla Procura dei minori di Venezia, aveva detto di aver agito come "vendetta" per un presunto tentativo di violenza subito oltre dieci anni fa. "Sono stato vittima di abusi sessuali da parte di lui. Lo so di aver sbagliato ma la rabbia era tanta e alla fine è esplosa" aveva detto davanti al pubblico ministero. Una accusa pesante che però il legale del 21enne, Barbara Pian, aveva rispedito al mittente. Ma la querela, presentata dalla madre di quello che allora era un bambino di sei anni e che avrebbe subito le ”attenzioni” da parte di un ragazzino di 10 anni, esiste. La denuncia è datata 18 ottobre 2011 ed era accompagnata da un referto in cui il pronto soccorso dell'ospedale riscontra al bambino una "irritazione delle mucose". Potrebbe essere, ma il condizionale è d'obbligo, la prova che quello che dice l'aggressore, che avrebbe colpito alla testa il 21enne utilizzando la scusa di avere un accendino, potrebbe essere vero.

Nella denuncia la donna riporta di essere andata alla ricerca del figlio, allontanatosi verso l'oratorio di Ca' Onada, in compagnia di un altro bambino di circa 10 anni. Lo avrebbe trovato, secondo la denuncia, piangente dietro ad un siepe, con la biancheria e i pantaloni calati fino alla caviglie. A fianco a lui un altro ragazzino, che nelle querela la madre identifica con le generalità della vittima dell'aggressione della scorsa estate. Agli urli della donna il bambino di dieci anni si sarebbe spaventato, avrebbe chiesto immediatamente scusa e sarebbe scappato in bicicletta. La signora avrebbe provato ad inseguirlo ma ben presto il giovanissimo si sarebbe dileguato. La presunta vittima, dal parte sua, avrebbe raccontato di essere stato vittima di una sorta di trappola: con uno sgambetto era stato fatto cadere a terra, poi l'altro (fisicamente più prestante di lui) lo avrebbe costretto a spogliarsi, quindi lo avrebbe toccato sul sedere, gli avrebbe dato dei baci intimi non graditi e avrebbe tentato di penetrarlo. La mamma, nel riportare questi dettagli ai carabinieri di Montebelluna, affermava di aver deciso di sporgere querela per tutelare il figlio ma di essere stata spinta anche dalla necessità che i servizi sociali prendessero in carico l'altro bambino, che evidentemente aveva dei problemi di tipo comportamentale.

Sul prosieguo di una indagine che aveva come oggetto la sconcertante storia di una tentata violenza che aveva visto come protagonisti due bambini, non si sa più nulla. Rimane però un "giallo": e cioè se informati dagli inquirenti i servizi socio sanitari abbiano mai preso contatto con la famiglia del presunto autore della tentata violenza o se le indagini, che si sarebbero arricchite di quel referto medico in cui si scartava l'ipotesi della violenza completa pur essendoci un "arrossamento" delle mucose della presunta vittima, abbiano preso altre strade. O, infine, se tutta la vicenda (il bambino di dieci anni, per la giovanissima età, non era peraltro da considerarsi indagabile) sia stata ritenuta poco attendibile. Di più si saprà alla chiusura delle indagini, che avverrà fra qualche settimana, quando l'intero fascicolo della vicenda sarà consultabile dagli avvocati dei due ragazzi coinvolti nella vicenda.

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