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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Montebelluna

Schiacciato sul lavoro a soli 23 anni, è iniziato il processo per la morte di Mattia Battistetti

Oggi 3 luglio prima udienza del procedimento per il decesso del giovane operaio, avvenuto in un cantiere a Montebelluna nell'aprile del 2021. Le difese degli imputati hanno esordito facendo alcune eccezioni, di cui una di natura costituzionale

E' iniziato oggi 3 luglio con delle eccezioni, presentate dalla difesa, il processo per la morte di Mattia Battistetti, l'operaio di 23 anni che nell'aprile del 2021 perse la vita a causa del distacco di un carico di 15 quintali di materiale edile da una gru in movimento sopra i lavoratori che lo colpì alla schiena, causando anche il ferimento di un altro operaio lavoratore, il kosovaro Arben Shukolli di 31 anni che riportò ferite molto gravi ad una gamba. Alla sbarra ci sono Andrea Gasparetto, 43 anni di Istrana, legale rappresentante della Altedil di Trevignano, l'azienda per cui lavorava Mattia, Bruno Salvadori, 56 anni di Mogliano, legale rappresentate della Essebi, la ditta ha effettuato il montaggio della gru, Loris Durante, 43 anni di Volpago, l'uomo che operava sul ponteggio mobile, Gabriele Sernagiotto, 60 anni di Montebelluna, coordinatore della sicurezza del cantiere in fase esecutiva, Gian Antonio Bordignon, 55enne di Volpago del Montello, che era il titolare del cantiere e responsabile dei lavori e Marco Rossi, 40 anni di Montebelluna, un dipendente della Bordignon, delegato per la sicurezza e responsabile del servizio prevenzione e protezione.

I legali degli imputati hanno presentato una eccezione di inutilizzabilità dell'accertamento tecnico preventivo effettuato sui luoghi e sulla gru da cui si staccò il materiale, una costituzionale (entrambe fondate sul fatto che l'accertamento, parte del fascicolo, non era stato messo a disposizione delle difese) e alcune sulle costituzioni come parti civili degli enti collettivi (sindacati e Anmil, l'associazione nazionale mutilati e invalidi civili). Il giudice Alice Dal Molin si è messa in riserva, che verrà sciolta nel corso della prossima udienza il 12 ottobre 2023.

Fuori dal processo sono invece l'impresario Paolo Bordignon, responsabile della sicurezza della ditta Bordignon e due ingegneri che avevano eseguito le verifiche periodiche alla gru incriminata. La loro posizione è stata archiviata dal gip Carlo Colombo: sul loro proscioglimento pesa il criterio di giudizio modificato dalla Riforma Cartabia, in vigore da fine dicembre 2022, in base al quale, come aveva sottolineato lo stesso giudice «sulla base degli atti acquisiti non è possibile formulare una ragionevole previsione di condanna».

Il consulente tecnico del pubblico ministero, la cui perizia era stata contestata pesantemente in aula dalle difese, aveva individuato la causa della caduta del carico nell’errato montaggio della spina elastica di sicurezza, posizionata nel dado di bloccaggio del punto fisso girevole, oltre al fatto che la stessa spina non era di lunghezza adeguata. Nel forzare il montaggio, la spina elastica s’è deformata e s’è venuta a creare una sorta di cricca che ha poi portato alla rottura della spina, permettendo così al dado di svitarsi dal perno dell’occhione, fino a rilasciare improvvisamente il capo fisso della fune dov’era assicurato il carico.

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