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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Oderzo

False fatture, fiscalista rinviato a giudizio

Per Luigi Marcuzzo, 70 anni di Oderzo, il processo inizierà il prossimo 21 dicembre. Per gli stessi reati ha patteggiato 8 mesi Annita Forniz. Salvatore Pizzo, proprietario delle "cartiere" e già in carcere per associazione a delinquere di stampo camorristico, ha chiesto l'abbreviato

Luigi Marcuzzo, fiscalista 70enne di Oderzo (difeso dall'avvocato Fabio Crea), è stato rinviato a giudizio accusato di essere stato la mente di una operazione che attraverso false fatture consentiva di mettere a bilancio passività fittizie. Il processo al noto professionista opitergino inizierà il prossimo 21 dicembre. Ha invece patteggiato una pena di otto mesi Annita Forniz, 71enne imprenditrice sempre di Oderzo (difesa dall'avvocato Daniele Panico), accusata di aver utilizzato i falsi documenti contabili. Il proprietario delle "cartiere" che realizzavano le false fatture era invece Tommaso Pizzo, 53 anni residente a Zero Branco (difeso dall'avvocato Susanna Cesaro), che ha chiesto di riunificare il procedimento in corso con un altro, sempre per lo stesso reato, che oltre a lui e a Marcuzzo vede indagati altre 4 persone e per il quale è stata fissata l'udienza preliminare al 24 aprile.

I fatti facevano riferimento a una serie di fatture false, emesse in favore della Falegnameria Consorti di Mansué dalla  Engeneering di Scorzé, la Fer-Consulting con sede a Zero Branco e la Biorisorse di Ponte di Piave, tutte di proprietà di Pizzo, per un ammontare di circa 30 mila euro e tre fatte invece alla ditta individuale della Forniz per un totale di 15mila euro. Se Pizzo, che è accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso, arrestato nel corso dell'operazione con cui Direzione Distrettuale Antimafia di Venezia ha smantellato il clan camorristico affiliato ai casalesi attivo nel litorale veneziano, era il braccio che consentiva di mettere a bilancio passività fittizie, la mente di tutto sarebbe stato Luigi Marcuzzo.

A svelare il meccanismo sono state le confessioni dei titolari di una pmi della castellana, che hanno già ottenuto il patteggiamento insieme ai titolari della Consorti di Mansuè. Secondo quanto è stato accertato le aziende si sarebbero rivolte a Marcuzzo per fare emergere il "nero" e allo stesso tempo scrivere sui libri contabili delle uscite che avrebbero permesso di abbattere l'imponibile dovuto al fisco. 

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