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Cronaca Paese

Scoprono materiale ospedaliero nel suo studio privato, medico 70enne finisce a processo

E' peculato il reato di cui deve rispondere Pietro Antonino Cutroneo, medico in pensione della Uls. Nel suo ambulatorio di Padernello sono state trovate oltre cinquanta confezioni di medicinali che appartenevano al servizio sanitario nazionale

Nel suo studio medico privato di Padernello aveva trovato una cinquantina di confezioni di medicinali, tutte riportanti la dicitura "materiale ospedaliero" e che quindi potevano essere utilizzate soltanto in nosocomi del sistema sanitario nazionale. E l'uomo era stato accusato di averle trafugate. Per Pietro Antonino Cutroneo, 70enne ex medico della Usl, la Procura di Trevisola termine delle indagini, ha chiesto e ottenuto il processo per il reato di peculato. 

Il dottore ha già scontato nel 2016 una condanna a 1 anno e due mesi di reclusione, pena sospesa, per interruzione di pubblico servizio: si sarebbe allontanato dall'ambulatorio di guardia medica, in orario di servizio, non garantendo la continuità assistenziale. Il procedimento in corso, invece,  aveva preso il "la" nel 2020 ma con un vizio di notifica; e il collegio di fronte al quale Cutroneo è stato chiamato a presentarsi aveva deciso di rispedire gli atti alla Procura per fare sì che le contestazioni al 70enne venissero correttamente attribuite.

Questo processo è una costola di quello concluso nel 2016. Al medico viene contestato il ritrovamento, avvenuto nel novembre del 2012, di materiale ad uso esclusivo ospedaliero all'interno del suo studio. Al tempo Cutroneo era incaricato dall'Uls 9 di continuità assistenziale all'ambulatorio di Roncade per il servizio di medico di guardia ma l'uomo, che era in servizio anche nella struttura sanitaria pubblica di Paese, risultava ingiustificatamente assente, in orario di lavoro, impedendo così l'accesso ai pazienti bisognosi di cure. Nel primo procedimento era finito per essere implicato anche un collega, il dottor Massimo Boidi, poi assolto con formula piena.

La posizione di Pietro Antonino Cutroneo era apparsa da subito molto delicata. Il professionista doveva infatti rispondere, oltre all'interruzione di pubblico servizio in due occasioni -  il 18 aprile e il 24 settembre 2012 -  anche di truffa e appropriazione indebita, consistita nell'aver preso ricettari e chiavi d'accesso della guardia medica di Mogliano dopo essere stato sospeso dall'Usl 9 in seguito all'apertura dell'inchiesta. Inoltre la Procura gli contestava anche il reato di truffa per 866,68 euro che il dottore avrebbe ingiustamente percepito come compenso dall'Uls 9 assentandosi dal lavoro di guardia medica e producendo anche delle dichiarazioni scritte che ne attestavano invece la presenza. 

Il peculato oggetto del processo in corso si sarebbe configurato attraverso il prelevamento dall'ambulatorio di Roncade di 57 confezioni di medicinali a esclusivo uso ospedaliero e di averli utilizzati, appunto, nel suo studio medico privato a Padernello.

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