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Lunedì, 29 Aprile 2024

Redditi nascosti nei paradisi fiscali, due imprenditori rendono 2,4 milioni di tasse evase

Si tratta di due trevigiani, attivi nel settore metalmeccanico e in quello dell’arredo per uffici: avrebbero occultato circa 4,2 milioni di euro su conti correnti in filiali di istituti di credito in Svizzera e nel Principato di Monaco

Avevano nascosto circa 4,2 miliondi euro di redditi in banche di paradisi fiscali come Svizzera e Principato di Monaco, per tentare in questo modo di evadere il Fisco. Due imprenditori trevigiani, titolari di attività nel settore metalmeccanico e in quello dell’arredo per uffici, dopo gli accertamenti emessi all'Agenzia delle Entrate, hanno rimborsato 2,4 milioni di euro (imposte ma anche sanzioni e interessi), come richiesto dalle fiamme gialle del Comando Provinciale di Treviso al termine di un'indagine che ha portato a far emergere l'evasione architettata per non pagare le tasse su questi utili. I finanzieri del Gruppo di Treviso hanno permesso di ricostruire, anche attraverso l’attivazione dei canali di cooperazione amministrativa internazionale (tramite il II Reparto del Comando Generale della Guardia di Finanza, punto di raccordo per la collaborazione con i Paesi esteri), l’entità delle somme che i due contribuenti avevano trasferito all’estero, omettendo di dichiararli al Fisco italiano.

I conti correnti non erano intestati ai due imprenditori, ma  "schermati" da soggetti giuridici interposti, creati appositamente in Paesi offshore, con l’intento di proteggere i titolari effettivi delle cospicue somme e rendere ancora più difficoltosa la loro individuazione. Gli elementi acquisiti hanno però permesso di ricondurre le somme, giacenti sui rapporti bancari esteri, ai due contribuenti e di sottoporle a tassazione in Italia ai fini delle imposte sui redditi e dell’imposta sul valore aggiunto, recuperando così quasi 2 milioni di euro.

Le contestazioni fiscali sono giunte a conclusione di una complessa indagine, condotta dalla Guardia di Finanza di Firenze, nel cui ambito era stato accertato come diverse persone fisiche residenti nel territorio dello Stato, avvalendosi di una organizzazione criminale a carattere transnazionale, dedita alla abusiva attività di raccolta del risparmio a beneficio di banche svizzere, avessero trasferito all’estero, in Paesi considerati “a fiscalità privilegiata”, ingenti disponibilità finanziarie.

"L’operazione della Guardia di Finanza di Treviso" si legge in una nota "ha avuto il fine di tutelare le casse dell’Erario rispetto a condotte fraudolente, attuate mediante l’illecito trasferimento e la detenzione all’estero di disponibilità finanziarie, in violazione della normativa nazionale sul monitoraggio fiscale, che impone invece la segnalazione all’Amministrazione Finanziaria di ogni attività detenuta all’estero, così da limitare la possibilità di occultare proventi illeciti al di fuori del territorio dello Stato e ottenere indebiti risparmi d’imposta".

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