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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

L'Ulss9 adotta una nuova tecnica di ricostruzione della mammella

E' frutto di una collaborazione tra gli ospedali di Treviso e Bristol: permette di possibile avvolgere la protesi di silicone con una “stoffa” collagenica che la rende più accettata dall'organismo

TREVISO Innovativa tecnica chirurgica per la ricostruzione della mammella, messa a punto da una collaborazione tra l’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso e lo Spire Hospital di Bristol (GB). Grazie ad essa è possibile avvolgere la protesi di silicone con una “stoffa” collagenica che la rende più accettata dall'organismo inserendola direttamente sotto la cute, senza più bisogno di celarla sotto il muscolo. Studiata e perfezionata negli ultimi quattro anni, la tecnica sarà uno dei temi del Congresso annuale del Gruppo Triveneto Emiliano Romagnolo di Chirurgia Plastica che si terrà a Treviso i prossimi 6 e 7 maggio a Palazzo Giacomelli, sul tema “TVB Treviso - Breast & Body Conturing”. Un’anticipazione è stata data oggi dal dr. Francesco Benazzi, Direttore generale, e dal dr. Giorgio Berna, primario della Chirurgia Plastica Ricostruttiva dell’Ulss 9.

Pubblicata con ampio risalto dal New Zeland Journal of Surgery e oggi affermatasi in alcuni rilevanti centri clinici europei con l’applicazione a quasi un migliaio di pazienti, la nuova tecnica è stata definita quattro anni fa dal dr. Giorgio Berna insieme al collega britannico dr. Simon Cawthorn.  Al Ca’ Foncello sono già oltre 50 i casi in cui è stato possibile impiegarla.

“Ogni anno presso la Breast Unit di Treviso, diretta dal Dr. Paolo Burelli, vengono effettuate circa 450 mastectomie per carcinoma mammario – spiega il Direttore generale Francesco Benazzi -  Di queste pazienti, il 25% circa (110 pazienti nel 2015) vanno incontro ad intervento ricostruttivo. Le tecniche possono essere molteplici, dall’impiego di espansori o protesi, all’utilizzo di tessuti autologhi impiantati con sofisticate tecniche microchirurgiche. La tendenza attuale mira a ridurre il più possibile l’impatto psicologico della  donna  ed il trauma che ne deriva. Si tende ad eseguire, quando è possibile, l’intervento in un unico tempo; la paziente entra in sala operatoria con il tumore ed esce con il seno ricostruito e simmetrico. Circa il 40% delle nostre pazienti può avere questo trattamento, il trend è in ascesa e Treviso si conferma particolarmente all’avanguardia”.

“La tecnica ricostruttiva tradizionalmente utilizzata prevedeva il posizionamento di una protesi in silicone al di sotto del muscolo gran pettorale, per evitare che questa fosse in diretto contatto con il sottocute e stimolasse quindi una reazione da corpo estraneo – illustra il dr. Berna -. Il distacco del muscolo stesso determinava però forti dolori, specialmente nei primi mesi dopo l'intervento.  Grazie alla nuova procedura è possibile avvolgere la protesi in silicone con una morbida stoffa collagenica facendola accettare meglio dall'organismo. Inserendo la protesi direttamente sotto la cute, il bisturi non tocca più il muscolo pettorale. Questa chirurgia meno invasiva offre alla paziente un recupero postoperatorio più rapido e meno doloroso, senza la necessità di ricorrere a sedute di fisioterapia per tornare a svolgere le normali attività quotidiane”.

Il dottor Berna, che è anche presidente al secondo mandato del Gruppo Triveneto Emiliano Romagnolo di Chirurgia Plastica, annuncia che ci saranno anche altri temi di alto interesse. “Parleremo di Lipofilling, l’impiego di grasso autologo nel ripristinare i volumi mammari mancanti. Una metodica affidabile e sicura, come dimostrano recenti lavori scientifici, ampiamente utilizzata anche a Treviso. Come affronteremo anche la mammella in adolescenza. Il tumore mammario in giovane età, infatti, è estremamente raro ma ben più frequenti sono le neoplasie benigne con un’incidenza che si attesta tra il 25 ed il 30% e le malformazioni. E parleremo di molto altro ancora”.

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