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Cronaca Silea

Centrale della spaccio di droga, in silenzio davanti al giudice i tre indagati

Di fronte al gip Carlo Colombo sono rimasti in silenzio i tre, un italiano di 45 anni e i suoi due presunti complici albanesi, arrestati nelle notte tra venerdì e sabato a Silea. Confermata per tutti la misura cautelare della detenzione in carcere

Si sono tutti avvalsi della facoltà di non rispondere il il 45enne italiano e i suoi due complici, Ormand Lamcja e Everest Xhoi, cittadini albanesi di 43 e 32 anni, arrestati nella notte tra venerdì e sabato nel corso del blitz dei carabinieri del nucleo operativo e della Compagnia in Treviso in una villetta di Silea, considerata una sorta di polo logistico per la droga in cui sono stati sequestrati 58 chili di sostanze stupefacenti di vario tipo e 410mila euro in contanti. Il gip Carlo Colombo ha quindi confermato la misura cautelare del carcere. Nei prossimi giorni i loro legali si riservano, dopo aver parlato con gli assistiti, di presentare eventuale ricorso al Tribunale del Riesame per chiederne la scarcerazione.

Le indagini hanno appurato che negli stabili sottoposti a perquisizione da parte dei carabinieri c'era anche una ex serra per la coltivazione della marijuana, dismessa poco prima. L'abitazione, immersa nel verde, si trova a pochi passi dal fiume Sile; in una parte dell'edificio il 45enne, considerato una sorta di custode della centrale dello spaccio (ha solo piccoli precedenti di polizia, peraltro datati ed era dunque un "insospettabile"), aveva ricavato la sua residenza.

Parte del denaro che è stato trovato nell'abitazione

I complici stranieri sconosciuti alle forze dell'ordine e non residenti in Italia, hanno raccontato di essere ospiti del trevigiano e di essere nella Marca come turisti. Gli inquirenti sono però convinti che il loro ruolo fosse diverso ovvero quello dei corrieri. «E' stata un'attività di sequestro più alla fonte» ha sottolineato il comandante provinciale dell'Arma, Massimo Ribaudo «per evitare che la droga finisse sul mercato». E qui avrebbe fruttato centinaia di migliaia di euro ai grossisti. In queste ore continua intanto l'analisi del "libro mastro" trovato durante le perquisizioni: vi sono indicati punti di smercio della sostanza tra cui figurano anche ristoranti e gelaterie.

E poi c'è l'analisi di simboli, loghi e marchi sulle confezioni e sui panetti di hashish che venivano perfino conservati in frigo per tentare di preservarne al massimo l'aroma: ne emerge che la rotta di approvvigionamento del "fumo" sarebbe quella asiatica. Una nota di colore è l'utilizzo della celebre copertina dell'album "The dark side of the moon" dei Pink Floyd.

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