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Cronaca

Non versa le tasse automobilistiche che ha riscosso, 40enne finisce a processo

L'uomo è il titolare di una tabacchieria che si trova in un comune dell'hinterland. Nel 2016 avrebbe avuto un incidente stradale che lo avrebbe forzato a chiudere il negozio per qualche mese. Nel frattempo però non avrebbe "saldato" 880 euro di bolli incassati nel corso di una settimana

Aveva chiuso la sua tabaccheria per un paio di mesi, il tempo della convalescenza dopo un incidente in macchina che lo aveva tenuto lontano dal lavoro. Al suo rientro però riceve una telefonata: «Deve versare ancora i soldi dovuti e relativi alla riscossione delle tasse automobilistiche riferite a una settimana del mese di aprile». E lui, che dice che del denaro se ne era dimenticato, effettua il pagamento. Ma i guai stavano solo per cominciare: nel frattempo infatti era partita una indagine della Guardia di Finanza e l'uomo, un 40enne che ha la propria attività in un comune dell'hinterland trevigiano, è stato prima indagato e poi è finito a processo. E' peculato il reato di cui ora deve rispondere davanti ai giudici del collegio. Esattamente la somma che sarebbe stata riscossa e non versata è di 880,05 euro. Il suo legale, l'avvocato Pietro Dalla Libera, ha chiesto e ottenuto che l'uomo venga giudicato con il rito abbreviato. L'udienza è stata aggiornata al 17 maggio prossimo.

Otto anni è il tempo che gli inquirenti hanno impiegato prima di mandare il tabacchino sotto processo. Nel 2016 il 40enne sarebbe rimasto vittima di un incidente stradale e, non avendo nessuno a cui lasciare il negozio, l'uomo lo avrebbe chiuso in attesa di stare meglio. Nel frattempo però era scaduta una tranche di pagamento relativa a bolli automobilistici. L'imputato avrebbe avuto cose ben più importanti di cui occuparsi e quella cifra, suo dire, era finita del dimenticatoio. Chi si è ricordato bene del debito è stato però l'Erario che, riscontrato che i soldi erano rimasti nella cassa della tabaccheria, aveva informato la Guardia di Finanza che non solo aveva confermato l'ammanca relativa all'incasso di una settimana ma aveva passato anche al setaccio l'intera contabilità, senza però contestare nessuna altra infrazione.

«La cifra è piuttosto bassa - spiega il difensore - e il mio assistito, non appena ha avuto consapevolezza dell'errore, ha provveduto subito ad effettuare il versamento. Tenendo conto delle circostanze, e cioè la chiusura del negozio per forza maggiore, mi pare di poter dire che si sia trattato soltanto di un fraintendimento».

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