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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

"Insegna" alla figlia dodicenne come dare piacere al compagno, chiesta integrazione del capo d'imputazione

Due 40enni sono a processo, con il rito abbreviato, per violenza sessuale nei confronti della figlia minorenne della donna, a cui sarebbe stato spiegato come soddisfare l'uomo. Secondo il gup di Treviso nell'atto di incolpazione mancano le aggravanti dell'abuso genitoriale, di frequentazione e di autorità

Nel capo di imputazione non sono presenti le aggravanti dell'abuso di genitorialità, frequentazione e autorità. Per questo il gup di Treviso ha chiesto al pubblico ministero di riformulare il capo d'imputazione a carico di 40enne, residente nell'hinterland trevigiano, e del suo compagno accusati di violenza sessuale nei confronti della figlia della donna, cui avrebbe avrebbe "insegnato" come poteva fare a procurare piacere all'uomo. Così il processo, che si tiene con il rito abbreviato e che vede lei difesa dall'avvocato Paolo Pastre, è stato rinviato al 18 luglio giorno in cui ci sarà la sentenza.

La vicenda si sarebbe svolta nell'estate del 2019 e sarebbe venuta alla luce un anno dopo, quando la minore, figlia di una coppia separata da qualche anno, inizia a confidarsi con un coetaneo. Nell'estate del 2020 racconta tutto alla nuova compagna del padre, che lei chiama "la mia vera mamma". Sarebbe stato "Tano", così si faceva chiamare la nuova fiamma della madre, un uomo di origine calabrese, facoltoso e dal passato sportivo di eccellenza nel campo delle Mma, le arti marziale miste, a costringerla ad avere dei rapporti sessuali. Belle macchine e uno stile di vita sfarzoso ammaliano la donna, che inizia una relazione; da subito però lui mostra un interesse morboso per la figlia di lei. «Me la devi far conoscere, voglio vedere le foto», avrebbe detto. La mamma inizia quindi a scattare immagini "proibite" della figlia, istantanee pedopornografiche che invia al compagno, che le chiede di organizzare un incontro. La donna allora, durante un periodo di vacanza passato a casa dei nonni materni in provincia di Belluno, un giorno dice alla figlia di indossare abbigliamento intimo sexy e un vestitino succinto. L'uomo, che le avrebbe raggiunte successivamente, si sarebbe quindi spogliato davanti alla bambina che, impietrita, è costretta a subire un rapporto orale.

«Andate in camera tua, sarete più comodi» avrebbe detto la madre alla figlia. Quando sarebbe stati dentro l'uomo si sarebbe spogliato completamente, adagiandosi sulla ragazzina tentando di avere un rapporto completo senza riuscirci, perché la giovanissima è ferma sul letto terrorizzata. Secondo la denuncia "Tano" avrebbe quindi bendato la ragazza, facendosi poi toccare le parti intime. Quindi sarebbe entrata la madre che lo avrebbe masturbato. «Di lei - ha detto la 14enne - ricordo il sorriso stampato sulle labbra, un ghigno che mi ha fatto ricordare Joker, il cattivo di Batman.

Il 2 febbraio, a seguito della denuncia presentata dal padre della ragazza che fa finire il 40enne anche in carcere a Padova (misura poi modificata negli arresti domiciliari) dove risiede, la giovane era stata sentita nell'ambito dell'incidente probatorio chiesto dalla Procura. Una deposizione drammatica che era stata ritenuta del tutto credibile dalla psicologa. La ragazzina vive adesso con il papà che ha ottenuto l'affido esclusivo mentre al Tribunale dei Minori di Venezia penderebbe anche una causa per togliere definitivamente la potestà genitoriale alla donna.

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