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Cronaca Sant'Ambrogio di Fiera / Viale IV Novembre

Omicidio di Fiera, per l'autopsia il colpo alla testa e la ferita alla gamba sono state entrambe potenzialmente mortali

E' stato eseguito oggi, 20 ottobre, l'esame autoptico sulla salma di Ragip Kolgeci, il 52enne kosovero morto la sera del 12 ottobre di fonte al bar La Musa di viale IV Novembre a Treviso. Del suo omicidio sono accusati altri due connazionali, il 51enne Afrim Manxhuka e il 32enne Valmir Gashi

Tre bastonate alla testa di cui una avrebbe spaccato le ossa della nuca, provocando, oltre ad un vasto trauma cranico, anche un copiosa perdita di sangue. E la coltellata alla gamba, talmente profonda da recidere l'arteria e provocare un dissanguamento che sarebbe avvenuto in pochi secondi. Quale dei due sia stato però il colpo che ha provocato la morte di Ragip Kolgeci, kosovaro di 52anni, ucciso la sera del 12 ottobre nel corso della brutale aggresione - poi sfociata in una rissa - di fronte al bar "La Musa" di Fiera, l'autopsia non può ancora dirlo. 

L'esame autoptico sul corpo della vittima è stata condotto oggi, 20 ottobre, dall' anatomopatologo Alberto Furlanetto che ha identificato, ma questo già si sapeva dalle indagini, le due lesioni che avrebbero causato il decesso di Kolgeci. La responsabilità del fatto di sangue è stata attribuita, sulla base delle riprese delle videocamere di sorveglianza e del racconto di testimoni, ad Afrim Manxhuka, 51 anni, anche lui kosovaro, e al nipote, il 32enne Valmir Gashi. Entrambi si trovano reclusi nel cercere di S. Bona.

Il primo dei due presunti assasini sarebbe quello che ha "tirato" il colpo di coltello che ha provocato una lesione profonda all'interno coscia della gamba, provocando la rottura dell'arteria femorale. Il 32enne invece avrebbe impugnato la spranga appuntita con cui il 52enne è stato colpito alla parte posteriore della testa. Almeno tre i colpi inferti, due superficiali e uno, molto forte, che gli ha di fatto provocato una notevole perdita di materiale ematico. Ma sul corpo di Kolgeci ci sono le tracce di almeno altri dieci colpi oltre alla ferite da arma da taglio sull'addome, che però sono solo superficiali.

Ai fini delle indagini appare evidente come le due ferite principali siano state entrambe potenzialmente mortali. Furlanetto si è preso sessanta giorni per presentare la relazione al pubblico ministero Valeria Peruzzo, che nei confronti di zio e nipote ha formulato l'accusa di omicidio volontario e rissa aggravata. Per rispondere ai quesiti ancora aperti il patologo cercherà di capire se Kolgeci avesse potuto sopravvivere ad almeno uno dei colpi che ha ricevuto.

Afrim Manxhuka e Valmir Gashi sono stati considerati dal gip Carlo Colombo come due soggetti "socialmente pericolosi". Il 32enne ha peraltro alle spalle anche due precedenti, uno per tentato omicidio e l'altro per sfruttamento della prosituzione, oltre a essere coinvolto in due distinte indagini dei magistrati treviagini, che lo ritendono responsabile dell'aggressione a un carrozziere trevigiano, avvenuta l'anno scorso, e di favoreggiamento nel caso della morte di Luciano Paro, il 72enne travolto mentre era in bicicletta da un macchina che non si è fermata per prestargli soccorso, avvenuto l'8 maggio del 2021 nella zona della Chiesa Votiva. 

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