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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Beccato in treno senza biglietto dava il nome di un amico, finisce davanti al giudice

L'uomo, un goriziano di 50 anni, dava le generalità di un conoscente quando veniva sorpreso senza biglietto ed evitava così di pagare i verbali. Una decina le multe recapitate per un totale di circa 750 euro. Oggi 18 marzo è iniziato il processo

Faceva viaggi in treno senza pagare il biglietto. E una volta pizzicato dava il nominativo di un'altra persona, di cui conosceva non solo le generalità ma persino l'indirizzo. E' cominciato oggi 18 marzo, davanti al giudice Iuri De Biasi, il processo ad un 50enne accusato di aver fornito false generalità durante i controlli inguaiando un suo conoscente. L'inconsapevole destinatario delle sanzioni arrivate da Trenitalia, almeno dieci per un importo complessivo di 750 euro, sarebbe stato un ex compagno di classe.

Il 50enne, residente a Monfalcone, sarebbe è un “amante” dei treni, che prenderebbe in maniera compulsiva per viaggiare senza una destinazione precisa percorrendo chilometri e chilometri. Sempre però senza pagare il biglietto. Solo negli ultimi due anni avrebbe collezionato così tante multe da riempirci uno scatolone. Ad un certo punto però, con le finanze probabilmente stremate dalle ammende, avrebbe avuto una idea apparentemente geniale: dare le generalità di un altro, uno con il cognome facile da ricordare, un tizio di cui si conosca anche la residenza. E così gli viene in mente un vecchio compagno delle scuole medie.

Il 50enne, nel suo peregrinare lungo i binari, è stato fermato e controllato a Spresiano, Conegliano, Sacile, Treviso ma anche a Noale, in provincia di Venezia. Sempre rigorosamente beccato mentre viaggiava a “sbafo” e puntualmente sempre sanzionato. La denuncia era scattata da parte dell'ignaro "amico" dopo che erano state contestate inutilmente le multe, passate quindi tutte in “mora", e si era concentrata sui soggetti che negli ultimi tempi, avessero collezionato un numero di sanzioni in vettura che saltassero all'occhio. E così, dopo un lavoro certosino di scremature, si è arrivati al vero "portoghese".

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