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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Vedelago

Adescano in chat e rapinano un impiegato, il ragazzo minorenne torna in libertà

Al 15enne, che forse già domani sarà a scuola, non viene contestato il reato di sequestro di persona. Secondo il suo avvocato non è lui la "mente" del gruppo di giovani che ha sequestrato l'uomo

Anche il ragazzino di 15 anni che è accusato di aver partecipato all'azione che ha portato, sabato scorso, al sequestro di persona di un impiegato di 48 anni, su cui sarebbero stato effettuata poi una rapina aggravata, è uscito dal cpa (il servizio pubblico essenziale che garantisce l'accoglienza dei minorenni in stato di arresto nell'arco delle prime 24 ore) di Treviso ed è tornato a casa. Già domeni, 24 febbraio, dovrebbe essere nuovamente a scuola, in un istituto tecnico della castellana. Gli altri due, tutti maggiorenni, sono agli arresti domiciliari.

Tra le imputazioni che gli vengono contestate dalla Procura minorile di Venezia ( sarebbe compresa anche la rapina aggravata) non c'è il sequestro di persona. Secondo il legale del minorenne, l'avvocato Maria Francesca Sedran, il 15enne non sarebbe la mente della "trappola" scattata nel pomeriggio di sabato, né tanto meno sarebbe lui il quello  che avrebbe adescato l'impiegato, indotto a recarsi nella casa in costruzione di via Marconi a Vedelago con la promessa di un incontro "hot" a sfondo omossessuale e che invece si è ritrovato in balia dei giovanissimi malviventi, stordito, picchiato e imbavagliato e costretto, sotto la minaccia di due coltelli, non solo a dare i soldi che aveva in tasca e le chiavi dell'auto ma anche il pin della tessera bancomat, che stava per essere usata da uno dei tre ragazzi.  

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