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Cronaca Vittorio Veneto

Estorce migliaia di euro ad un pensionato, 45enne stangato

Otto anni di reclusione: questa è stata la sentenza di primo grado a carico di un marocchino di 45 anni che avrebbe preteso somme di denaro da un 70enne di San Giacomo di Veglia

Otto anni di carcere, oltre a 8mila euro di multa, l'interdizione dai pubblici uffici legale per la durata della pena. E' un autentica "stangata" quella ricevuta in primo grado da un cittadino marocchino di 45 anni (difeso d'ufficio dall'avvocato Isabella Arena) accusato di estorsione nei confronti di un 70enne - nel frattempo deceduto - di San Giacomo di Veglia. A suo carico prove incontestabili e un negativo comportamento processuale, visto che l'uomo risulta irrintracciabile.

La vicenda risale al 2014 ma i fatti, secondo la denuncia del pensionato, sarebbero andati avanti dal 2009. Prima le richieste avevano riguardato piccole cifre, dai 50 ai 100 euro, per poi lievitare fino a 300. Il nord africano avrebbe quindi tentato il colpo grosso: nell'autunno del 2014 avrebbe avvicinato la "vittima" e, sempre sotto minaccia, avrebbe tentato di estorcergli svariate migliaia di euro tendendogli una trappola all'uscita del locale circolo dell'Arci. A quel punto però era scattata la denuncia. "Stefano", questo il soprannome del cittadino marocchino, era un vicino di casa del 70enne, ex imprenditore agricolo che viveva della sua pensione. Il pensionato aveva un grande "difetto": non sapeva di re di no alle persone che gli chiedevano aiuto. Così il 45enne ha iniziato a pretendere piccole somme di denaro, divenute poi sempre più consistenti. Per ottenerle lui e altre persone (rimaste sconosciute) avrebbero utilizzato anche minacce, perpetrate con un coltello o una chiave inglese. I vicini di casa del 70enne era venuti a conoscenza della situazione. «Quando vedevamo l'extracomunitario entrare nella proprietà gli dicevamo di andarsene e di lasciare in pace Gino» hanno riferito nel corso del processo. Ma le estorsioni sarebbero continuate per almeno 5 anni. Il nome di "Stefano" emerse per la prima volta nel corso di accertamenti di Polizia relativamente alla richiesta di permesso di soggiorno per alcuni marocchini. Era stata la madre di uno di questi a sporgere denuncia, sottolineando delle irregolarità tra cui il fatto che, come luogo di lavoro, era stata indicata proprio l'azienda del pensionato, che nel frattempo era però stata chiusa.

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