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Economia

Il contratto di rete: la Marca Trevigiana è nella top 10 italiana

Provincia di Treviso in ottava posizione, per numero di reti in cui sono coinvolte imprese trevigiane. Per applicare correttamente questa specifica Confartigianato Imprese Marca Trevigiana ha incontrato l’Ispettorato del lavoro e lo Spisal Ulss2 Marca Trevigiana

Otre 50 addetti del sistema Confartigianato Imprese Marca Trevigiano operanti nelle aree lavoro, fiscale, della sicurezza hanno seguito nella mattinata di ieri un seminario dedicato al contratto di rete. In provincia di Treviso il numero di imprese retiste nel 2023 ha raggiunto le 675 unità (+39 imprese su base annua; +6,1%) e il numero dei contratti di rete che le vede coinvolte è aumento del +9,7% per un totale di 328 contratti di reti registrati. Nel 2014 le imprese retiste erano solo 112 e i contratti di reti  solo 49 .

Nella classifica nazionale la Marca Trevigiana è nella top 10, in ottava posizione, per numero delle reti in cui sono coinvolte imprese trevigiane. Prima provincia veneta davanti a Padova (nona) e Venezia (decima). Guida la classifica Roma con 1.440 reti partecipate da imprese provinciali, seguita da Milano con 1.049 reti.

Nella graduatoria delle provincie italiane per numerosità di imprese in rete nel  2023, la provincia di Treviso si posiziona al 16° posto. Più su nella graduatoria, rispettivamente al 12° e 13° posto, Venezia (786 imprese in rete) e Verona (731). Guardando ai settori, il maggior numero di imprese in rete trevigiane opera nelle attività manifatturiere (21,6%), nel comparto dei servizi professionali e di supporto alle imprese (21,5%), in agricoltura (20,3%) e nelle costruzioni (20,1%). Con numeri inferiori, seguono le imprese del commercio (6,1%), dell’alloggio e ristorazione (5,2%) e dei servizi alle persone (3,7%). I maggiori contributi alla crescita annuale nel 2023 delle imprese in rete si devono al settore delle costruzioni (+19) nel quale l’aggregazione anche tra artigiani del sistema casa (dall’edilizia ai cappotti e alle dipinture, passando per l’impiantistica senza trascurare la termoidraulica e la domotica) consente al committente  che si affida alla rete di interagire con un unico interlocutore per il completamento dell’intero intervento richiesto.

«A fronte di numeri crescenti  di questa specifica contrattuale introdotta nel 2009 per favorire la cultura dell’aggregazione tra imprese – precisa Oscar Bernardi Presidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana- abbiamo invitato il direttore dell’Ispettorato del Lavoro di Treviso, Davide Venturi, e quello dello SPISAL ULSS2, Maria Domenica Pedone che, unitamente ai loro funzionari hanno accolto la richiesta confermando la fattiva collaborazione esistente tra la nostra Associazione e gli organi di controllo.  Sono stati nel merito approfonditi i temi della corretta applicazione del contratto di rete nel rispetto della normativa della sicurezza sul lavoro e della corretta gestione anche dei rapporti di lavoro dei  dipendenti che con questo istituto possono essere “distaccati” da un’impresa retista all’altra».

«Per il mondo artigiano il lavoro in rete è un modello di collaborazione snello tra realtà produttive che consente loro, mantenendo la propria indipendenza, autonomia e specificità, di realizzare progetti ed obiettivi condivisi, di incrementare la capacità innovativa e la competitività sul mercato di riferimento – conclude il presidente Bernardi - In particolare alle piccole e micro imprese consente di presentarsi alla committenza privata o pubblica, partecipare a  gare ed appalti in modo aggregato sommando le capacità dei singoli aderenti nel segmento di filiera produttiva o di servizio in cui operano. Si tratta di  compiere un salto culturale in cui valorizzare le imprese partner di sistema per migliorare il prodotto o il servizio e per dare evidenza della propria capacità di stare sul mercato in modo più strutturato rispetto all’agire singolarmente».

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