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Migranti, Acampora: «Per la sinistra morire di freddo a Treviso è peggio di morire a Padova»

Il consigliere comunale di Fratelli d'Italia attacca la collega Carlotta Bazza del Partito Democratico per le recenti dichiarazioni sulla morte dei migranti a Padova e al Park Appiani. «Vergognoso fare distinzioni politiche sulla morte dei senza dimora»

La consigliera comunale Carlotta Bazza (Partito Democratico) ha affermato in alcune recenti dichiarazioni come sia sbagliato accomunare la tragedia di Treviso del migrante indiano morto di freddo al Park Appiani con quella di Padova dove tre immigrati hanno perso la vita tra sporcizia e degrado inalando fumi tossici di un fornellino che avevano acceso per scaldarsi. «Morire di freddo, all'aperto, non è la stessa cosa che morire per delle esalazioni» le parole della consigliera dem. Dichiarazioni che hanno provocato una risposta veemente da parte del consigliere comunale di Fratelli d'Italia, Davide Acampora: «È ignobile, vergognoso, volgare e indegno che un consigliere comunale, pur di difendere la propria parte politica visto che a Padova governa la sinistra e a Treviso il centrodestra, faccia distinzioni sul tipo di morte dei poveri migranti. Morire di freddo a Treviso, secondo la Bazza, sarebbe più grave che morire di inalazioni di monossido di carbonio a Padova. Ci spieghi allora qual è il modo migliore per morire a Bologna, piuttosto che a Milano, a Verona visto che c'è questa differenza sulla base del sindaco di turno. L'unica cosa che può fare è scusarsi pubblicamente e chiarire questa presa di posizione macabra e malsana» conclude Acampora.

«C'è da rimanere allibiti leggendo la dichiarazione della consigliera Bazza!» rincara la dose Guido Bertolazzi, capogruppo di Fratelli d'Italia ai Trecento «Praticamente, morire per le esalazioni di monossido di carbonio causate da un improvvisato fuoco per riscaldarsi in un giaciglio di fortuna, e' diverso dal morire di freddo sempre in un giaciglio di fortuna! Voglio sperare che sia stata male interpretata! Ma molta perplessita' suscitano anche le altre dichiarazioni rilasciate dagli esponenti dell'opposizione, nelle quali si invoca un improcrastinabile passaggio dalle parole ai fatti! Ho lette e rilette le varie dichiarazioni e non ho trovato una, dico una, proposta concreta! "Bisogna creare un tavolo, bisogna valutare le varie situazioni, ecc., ecc." Mi sembra che, di parole, siano molto ricchi anche all'opposizione! Cominciamo con il parlar chiaro! La stragrande maggioranza delle situazioni emergenziali, riguarda cittadini stranieri, prime vittime di una scellerata politica immigratoria durata oltre un decennio, con costi di decine di miliardi l'anno, pagati dai contribuenti e che finiscono in gran parte nelle casse delle, chiamiamole così, "strutture o centri di accoglienza". Che poi, alla fine, venga o meno riconosciuto il diritto d'asilo, piuttosto che il foglio di via, quando gli immigrati non sono piu' fonte di "guadagno", finiscono tutti nella strada. O a delinquere, o a vivere nell'emarginazione! Con costi economici e sociali ormai insostenibili! E chi ci ha portato in questa situazione e' proprio quella parte politica, che si definisce di sinistra o di centrosinistra, che ha governato per quasi 11 anni ..... contro la volonta' del Popolo! A farne le spese nella gestione delle pesantissime problematiche, sociali ed economiche, sono soprattutto le Amministrazioni locali. E tutto si puo' dire tranne che, l'attuale Amministrazione non segua con particolare attenzione il fenomeno ..... come puo' e per quanto puo'! Sia per quanto riguarda l'aspetto assistenziale, che quello della sicurezza, Treviso si differenzia positivamente da altre realta', anche vicine a noi! Chiarito questo, penso che su una sola cosa sia giunto il momento di dire basta: fare demagogia! L'opposizione ha tutto il diritto di contestare, ma ha anche il dovere di formulare proposte concrete e realizzabili!»

«Se a noi della maggioranza sfugge qualcosa, ce lo suggeriscano!» conclude Bertolazzi «Cosa farebbero se fossero al governo della citta'? Farebbero convenzioni con enti e strutture sanitarie? Adibirerebbero alcuni fabbricati comunali per trasformarli in edifici di accoglienza? E, in questo caso, quali esattamente? Oppure realizzerebbero strutture adeguate in aree destinate ad altro o acquistate/espropriate? Infine, ultimo ma non ultimo anzi, di primaria importanza: come coprirebbero i costi? Cosa taglierebbero dal bilancio gia' appesantito dalla congiuntura attuale? Voglio ricordare che hanno contestato tutti i tagli e gli aumenti fiscali resisi necessari nella recente approvazione del bilancio di previsione. Quel loro "bisogna passare dalle parole ai fatti", dovrebbero declamarlo davanti allo specchio! Per fortuna, i Trevigiani capiscono ben piu' di quello che loro pensano!»

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