Treviso-Ostiglia: Ferragosto con un pizzico di "wilderness"
Metti un vecchio casello lungo la “Strada del Respiro”, l'ex ferrovia Treviso-Ostiglia, riattato dopo la morte dell'ultimo casellante, Egidio Cecchetto, arrivato sul Sile dai magredi friulani del Danòn, o Annone Veneto, per fare il ferroviere, aggiungi una giovane coppia , Tiziana Marino ed Alessandro Ghiani,che lo hanno trasformato in un apprezzatissimo “ristoro” ,a breve pure b&b , creando un'enclave sarda in terra trevigiana in omaggio alle origini di lui, spruzzaci sopra le carezze della brezza ristoratrice che sempre soffia lungo il Bosco Lineare che lo lambisce d'ambo i lati stimolata nel suo fluire dal centenario castagno che fa da “guardiano” dell'Ultimo Miglio ed ecco la ricetta esclusiva per il piatto di un Ferragosto diverso, intrigante quanto basta, appena fuori le mura del centro città. Un Ferragosto all'insegna della tranquillità, della buona tavola -malloreddus,seadas,culurgiones e grigliata succulenta di carni rigorosamente provenienti dall'isola dei 4 mori- da condividere gioiosamente, lontano da quelle code interminabili verso le località marine o montane di sempre e che ogni anno diventano, causa traffico, sempre più irraggiungibili e fonte di stress tanto inutile quanto dannoso per la salute ed il buonumore.
Se poi si unisce una visita all'ottocentesco capitello votivo ,dalla struttura a tempietto, dedicato al Santissimo Nome di Maria – oggi oltre a Ferragosto è la festa dell'Assunta- affrescato dagli Itineranti, artisti che nei secoli scorsi giravano per i borghi sperando in qualche commissione per, come si suol dire, mettere insieme pranzo e cena, completandola con qualche passo nell'adiacente piccola Oasi verde che ne fa da contorno, ecco che la giornata ha unito svago, arte, cultura e gastronomia in un mix appagante e stimolante. Una serenità data pure dal ruscello d'acqua sorgiva che scorre a lato del capitello ,dove l'occhio attento può incrociare albarelle, barbi, qualche giovane trota fuggita dai non lontani allevamenti e poi bisce d'acqua, carbonassi, “bisse ranère” per finire coi “sitòni”, le libellule lacustri, rane, rospi e salamandre. Un variegato, pulsante, mondo che ci indica come qui ,a due passi dal brulicante , perenne intasamento di traffico delle statali Noalese e Castellana , la Natura si sia ritagliata uno spazio speciale, una sorta di “Wilderness zone” e l'abbia messa a disposizioni di quanti vogliano usifruirne.
Vittore Trabucco