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Cronaca Maserada sul Piave

Delitto di Varago, spunta un video in cui "Alge" aggredisce il suo omicida

Lo scorso 11 maggio Aymen Adda Benameur viene raggiunto da due coltellate inferte dal 18enne Elia Fiorindi al termine di un litigio per un panetto di hashish. Nelle immagini che sono agli atti si vedrebbe però una dinamica che corrisponderebbe al racconto che fatto l'accoltellatore agli inquirenti: lo studente del Besta sarebbe stato armato e la reazione del 18enne sarebbe stata scatenata per difesa

Aymen prende per il collo Elia quando questi è ancora disarmato, lo sovrasta in altezza e lo strattona per una decina di metri. Poi lo minaccia con un coltello che ha nella mano destra: passa qualche secondo e tra i due giovani scoppia una rissa, con Elia che a sua volta estrae una lama con la quale, nel corso della colluttazione, colpisce "Alge" alla schiena e poi sferra le due coltellate al ventre e sotto l'ascella. La seconda, che perfora il cuore, risulterà fatale al 17enne.

Svolta clamorosa nella vicenda dell'omicidio di Aymen Adda Benameur, lo studente dell'Istituto Besta di Treviso ucciso a l'11 maggio a Varago di Maserada in quello che sarebbe stata una discussione per un panetto di hashish. In un video, che adesso fa parte del fascicolo di indagini (sottoposto ad una consulenza tecnica da parte di un perito nominato dal pubblico ministero Davide Romanelli) ripreso da una telecamera di video sorveglianza di una casa che si trova nei pressi del luogo in cui sarebbe avvenuto il fatto di sangue, si vedrebbe una scena che confermerebbe la tesi sostenuta da Elia Fiorindi, il giovane reo confesso dell'omicidio. E cioè che il 18enne avrebbe agito come reazione ad un tentativo di rapina da parte di "Alge", che avrebbe voluto impossessarsi dello stupefacente che Fiorindi aveva con sé quando avrebbe dato appuntamento al ragazzo di origine algerina probabilmente per vendergliela.

Nelle immagini, che i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Treviso avrebbero acquisito soltanto giorni dopo il fatto attraverso un controllo su quali fossero le telecamere di video sorveglianza presenti nello spiazzo dietro a Via Primo Maggio, sarebbe possibile osservare Aymen che punta il coltello al collo di Elia. Ma quell'arma, insieme al cellulare del 17enne, non è mai stata trovata. Il video riprende poi gli ultimi drammatici diciannove secondi del 17enne: Elia, dopo averlo attinto alla schiena (colpi che però non avrebbero potuto essere mortali) infligge due fendenti all'addome e sotto la scapola sinistra. Lo studente si sarebbe accasciato al suolo poco dopo, morendo sul colpo.

«La visione delle immagini della telecamera - commenta l'avvocato Fabio Crea, che con Luigi Torrisi difende Elia Fiorindi - rappresenta la realtà dei fatti così come raccontata dal nostro assistito». Fiorindi, i cui legali avevano rinunciato al ricorso al Riesame, resta per il momento in carcere a Treviso. Il gip Marco Biagetti, nel confermare la misura cautelare, aveva scritto che l'indagato vive in un contesto sociale degradato e privo di controlli efficaci, che non garantiscono dal pericolo di fuga determinato proprio da Fiorindi e dalla sua capacità a delinquere malgrado la giovane età. La "pericolosità" sociale del 18enne si desumerebbe, malgrado il comportamento collaborativo tenuto subito dopo l'arresto, dal fatto di aver portato con sé un'arma (il coltello) potenzialmente in grado di causare lesioni personali ad altri e da un atteggiamento "spregiudicato" che lo ha portato a cercare di guadagnarsi da vivere attraverso cessioni di stupefacente anche a minorenni. Inoltre Fiorindi, come sostenuto dal pubblico ministero Romanelli, potrebbe essere vittima di ritorsioni da parte di soggetti che sarebbero vicine ad Aymen.

Ma le valutazioni del gip sarebbero suscettibili di una revisione nel caso in cui venissero acquisiti tutti gli elementi necessari per ricostruire la reale dinamica dei fatti. Ed è questo su cui fanno affidamento gli avvocati Crea e Torrisi, che stanno cercando una sistemazione dove il 18enne possa essere messo agli arresti domiciliari.

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