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Cronaca Pieve di Soligo

Omicidio Armelin, il presunto omicida andrà a processo

Mohamed Boumarouan, marocchino 36enne, si presenterà davanti ai giudici della Corte d'Assise di Treviso il prossimo 6 novembre. L'uomo dovrà rispondere del reato di omicidio volontario, aggravato dalla crudeltà e dall'intenzione di mettere a segno un rapina. Il fatto di sangue era avvenuto a Pieve di Soligo il 25 marzo del 2022. La vittima fu un pensionato di 83 anni

Inizierà lunedì 6 novembre il processo in Corte d'Assise in cui Mohamed Boumarouan, marocchino di 36 anni, dovrà rispondere di omicidio volontario, aggravato dalla crudeltà e dall'intenzione di commettere un rapina, nei confronti di Adriano Armelin, 83enne pensionato di Pieve di Soligo, assassinato la sera del 25 marzo del 2022. Respinta una eccezione di incostituzionalità presentata dal suo difensore, l'avvocato Filippo Viggiano, il 36enne si è presentato oggi, 15 settembre di Fronte al gup Marco Biagetti che l'ha rinviato a giudizio.

Il marocchino avrebbe agito in stato di ubriachezza e sotto l'effetto della cocaina. Era entrato nella casa di Armellin tra le 18 alle 19.45. Inizialmente il 36enne si sarebbe intrufolato nell'ex officina di elettrauto annessa all'abitazione e ora dismessa per frugare nel locale e forse anche all'interno della vecchia Volkswagen Polo, trovata con il baule aperto. I rumori però avrebbero insospettito l'anziano che scende le scale e sorprende il ladro all'ingresso. A questo punto il 36enne il killer avrebbe discusso animatamente con la vittima, che alla fine viene legata mani e piedi con una corda. Poi gli avrebbe sferrato una serie di colpi alla testa, al torace e all'addome. Quelli al capo risulteranno fatali, tanto che il cranio risulterà fracassato. Armelin morirà la mattina seguente in un letto del Ca' Foncello di Treviso, dopo 12 ore di agonia.

Dopo il pestaggio il marocchino avrebbe lasciato l'abitazione e raggiunto a piedi il supermercato, dove compra qualche cosa e riesce a rubare un pacco di surgelati. Poi si cambia le scarpe e torna sulla scena della tragedia. Il 36enne sale al primo piano e rovista nelle stanze, a caccia probabilmente di contanti e gioielli. Ma non riuscirà a portare via niente perché sarà disturbato dall'arrivo di Andrea, uno dei figli della vittima, accorso in via Schiratti perché il padre non rispondeva al telefono da ore. Alla fine di una rocambolesca fuga dalla terrazza, e poi attraverso la tettoia, è un vicino di casa che ferma il 36enne e lo blocca fino all'arrivo dei carabinieri, che lo arrestano.

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